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Banchi monoposto, quelli arrivati a Roma non sono di Arcuri e non bastano ad evitare la Dad

Nessuna consegna in tempo record. Quelli consegnati lunedì 24 agosto al liceo scientifico Newton di viale Manzoni, Roma, non sono i banchi monoposto su cui sta operando il commissario straordinario Domenico Arcuri: in realtà, si tratta di banchi singoli acquistati preventivamente dall’istituto superiore romano con i fondi del decreto Rilancio messi a disposizione delle scuole per organizzare la ripartenza.

Sono quelli acquistati dall’istituto romano

“È un lotto di circa la metà, 500 su 1.100 che ce ne occorrono per il numero di studenti” ha spiegato all’Ansa la preside dell’Istituto Cristina Costarelli.

L’ordine per la prima fornitura di banchi a norma è stato fatto i primi di luglio, ha detto la dirigente, per riuscire ad avere in tempo per la riapertura del 14 settembre una quantità di banchi tale da poter permettere il rientro in classe in sicurezza degli alunni, ma che non elimina del tutto la necessità di ricorrere alla didattica a distanza. Almeno in una prima fase.

Il costo: 60 euro l’uno iva inclusa

Il prezzo di ogni banco singolo acquistato preventivamente dall’istituto Newton è di circa 60 euro, iva inclusa: “Abbiamo fatto questo ordinativo – ha continuato Costarelli – facendo riferimento ai fondi del decreto Rilancio che per la nostra scuola ammontano a circa 37mila euro e noi circa 20mila li abbiamo destinati a questo acquisto. Avendo giocato di anticipo abbiamo avuto anche un’ottima offerta a livello di costi”.

Per completare le classi, dovrebbero essere consegnati al liceo romano entro fine ottobre altri 380 banchi, di cui 300 monoposto tradizionali e 80 “innovativi”, con le rotelle: questi banchi, invece, sono quelli che fornirà l’amministrazione centrale con la gara d’appalto gestita dal commissario Domenico Arcuri.

Il 10% di Dad sarà inevitabile

Intanto, l’Istituto superiore Newton, come altri della capitale, dove mediamente il numero di alunni è più vicino alle30 unità che alle 15-20 compatibili in regime di Covid, dovrà ancora ricorrere alla didattica a distanza: la Dad per il 10% del monte orario, nel senso che i ragazzi resteranno un giorno a casa e cinque si recheranno a scuola (al liceo Newton si va a scuola, per scelta degli organi collegiali, anche il sabato).

“Faremo rientrare tutti gli studenti, ma non ad orario in presenza completo perché – ha continuato la preside – qui la scuola funziona su sei giorni e gli studenti saranno presenti cinque giorni con un giorno di didattica a distanza” spiega la preside, prima di evidenziare una delle criticità più evidenti andando incontro alla riapertura: la carenza di locali.

Il problema degli spazi non trovati

Si è consigliato agli istituti di procurare degli spazi alternativi per permettere a tutti gli studenti di seguire le lezioni in presenza ma, conclude la preside Costarelli, “locali esterni non ci sono, non è facile averli e raggiungerli. Le idee sono tante ma poi concretamente, parlo del nostro liceo, di realizzabile non c’è nulla perché le parrocchie vicine hanno ambienti piccoli, le caserme dovrebbero essere riadattate, ci sono problemi di sicurezza e quindi alla fine per i locali dobbiamo tenere conto di quelli che abbiamo”, ha concluso Costarelli.

Giannelli (Anp): partiti troppo tardi

Dei locali aggiuntivi necessari alle scuole ha parlato anche Antonio Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: in un’intervista al Corriere della Sera, il sindacalista ha detto ch “il problema è assicurare tutte le condizioni per il distanziamento di un metro. I finanziamenti ci sono, ma il tempo stringe”.

Ad esempio, “secondo le nostre valutazioni servirebbero circa 20mila aule da affittare dai privati, possono essere anche appartamenti, per garantire gli spazi in più che servono. Non sono tante su un totale di 350mila aule. Ma il decreto è del 14 agosto, poi bisogna rendere disponibili i soldi agli enti locali, che devono fare gli avvisi pubblici, poi trovarle queste aule o spazi, verificare che siano a norma e infine assegnarli alle scuole”.

Alessandro Giuliani

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