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Bando concorsi ordinari PNRR per insegnanti di scuola secondaria, così non va bene

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente intervento della prof.ssa Maria Mellone, presidente della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica, rivolto al ministro Giuseppe Valditara, sull’avvio dei prossimi concorsi a cattedra.

Egregio Ministro dell’Istruzione e del Merito,

Le scrivo riguardo l’imminente avvio dei nuovi concorsi ordinari PNRR per insegnanti di scuola secondaria. L’informativa del decreto che riguarda tale reclutamento indica che le prossime prove scritte dei concorsi a cattedre potrebbero non essere più di carattere disciplinare, ma potrebbero essere costituite da 50 domande a risposta multipla al computer (100 minuti) così distribuite: 10 quesiti di ambito pedagogico; 10 quesiti di ambito psicopedagogico, ivi compresi gli aspetti relativi all’inclusione; 20 quesiti di ambito metodologico didattico, ivi compresi gli aspetti relativi alla valutazione, 5 quesiti a risposta multipla sulla conoscenza della lingua inglese, 5 quesiti a risposta multipla sulle competenze digitali.

Le competenze disciplinari e di didattica disciplinare verrebbero valutate esclusivamente durante la prova orale che consiste nella presentazione di una lezione simulata. Ridurre la valutazione delle competenze disciplinari alla sola prova orale di fatto significa sbilanciare molto la valutazione complessiva sugli aspetti pedagogici e selezionare, così, i docenti preparati principalmente su questi aspetti, svalutando, anche in termini di messaggio implicito, il peso dato per la selezione alla preparazione disciplinare dei candidati. Le competenze disciplinari sono quelle sulle quali gli aspiranti docenti dovrebbero essere più formati, essendo il titolo di Laurea Magistrale nelle specifiche discipline (circa 300 CFU) requisito per la partecipazione al concorso. Al contrario, la formazione pedagogica dei candidati a questo concorso è limitata (per quanto riguarda i vincoli di partecipazione) a soli 24 CFU, a scelta tra tre di quattro ambiti (pedagogia, psicologia, antropologia e metodologia e tecnologia didattica). D’altra parte – lo sappiamo bene per la matematica, ma vale per tutte le classi di insegnamento – i percorsi formativi che permettono l’accesso alle diverse classi di insegnamento sono molti e molto diversi tra loro, dunque, appare cruciale verificare attentamente le conoscenze disciplinari in ingresso, il possesso delle quali costituisce una base essenziale e imprescindibile della professione insegnante.

Pur comprendendo che la carenza di insegnanti di scuola secondaria sta creando, in maniera quasi emergenziale, la necessità di avere un reclutamento da ultimare in tempi brevi, crediamo che sia importante che la procedura di selezione riesca ad accertare con serietà anche le competenze disciplinari degli aspiranti insegnanti: ne va della qualità degli insegnanti e dell’insegnamento della nostra scuola e quindi della preparazione degli studenti, nuove generazioni di cittadini del nostro Paese. In particolare, ci sembra davvero preoccupante che la prova scritta non preveda una parte specificamente deputata a valutare le competenze disciplinari degli aspiranti insegnanti: non inserire nessun quesito sull’ambito disciplinare nelle domande a risposta multipla, oltre agli effetti sul reclutamento, rappresenta anche un messaggio molto forte e chiaro sull’attenzione alla preparazione disciplinare del docente dagli effetti negativi al di là di quelli sul reclutamento.

La scelta, dunque, di focalizzare la prova scritta esclusivamente su aspetti trasversali socio-psico-pedagogici e delle metodologie didattiche, tralasciando completamente le competenze disciplinari appare veramente critica e per questo Le chiedo di riconsiderarla, inserendo tra i quesiti a risposta multipla una parte dedicata alla valutazione delle competenze disciplinari.

Sperando in un Suo fondamentale intervento,

La ringrazio per l’attenzione.

Maria Mellone

Presidente della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica

Redazione

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