Sono una laureata di Lingue e Letterature Straniere (classi di concorso AB24 e AB25).
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni che riguardano il Decreto n. 2021 (G.U. n.2 del 08/01/2019) “Selezione del personale docente ed ATA da destinare all’estero”.
Trovo oltremodo restrittive le condizioni di partecipazione al Bando che precludono ai giovani laureati la possibilità di ottenere un posto di docenza o di lettorato all’estero.
La prima considerazione è quella che molti laureati risiedono già all’estero e, per questo, molto difficilmente possiedono i tre anni di ruolo richiesti dal Bando.
Quindi anche se in possesso di tutti gli altri requisiti richiesti – e magari di maggiori titoli e competenze certificate – non possono risultare idonei e assegnati.
Pongo le seguenti considerazioni sotto forma di domande:
I posti disponibili vengono assegnati con facilità?
Quanti di coloro che possono partecipare alla selezione sono disposti a dare sei anni di continuità d’insegnamento?
Se per la docenza ed il lettorato si richiede personale a tempo indeterminato perché non sperimentare almeno per i lettori il possesso della sola laurea (specialistica o magistrale)?
Ho l’impressione che con questo sistema si agevoli sempre un numero ristretto di persone.
Credo che ill MIUR ed il MAECI dovrebbero rivedere questo modus operandi che esclude a priori le giovani generazioni che potrebbero diffondere e promuovere la cultura italiana all’estero forse con più slancio ed energia, anche grazie ad esperienze già vissute in altri Paesi come ad esempio un programma Erasmus, un periodo da assistenti d’italiano all’estero o, addirittura, un dottorato di ricerca.
Francesca Fiume
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