Insomma, se nella scuola i supplenti abbondano, con circa 300.000 aspiranti ai posti annuali, e almeno altrettanti inseriti nelle graduatorie d’istituto per le sostituzioni di breve durata, gli altri settori non sono da meno. Ad iniziare dalla stessa Pa. A confermarlo è anche il responsabile del dipartimento settori pubblici della Cgil, Michele Gentile, secondo cui “circa 120mila contratti precari delle pubbliche amministrazioni, che scadranno nel corso dell`anno, non verranno rinnovati per effetto della manovra economica dello scorso anno. Il tutto per risparmiare 100 milioni di euro ogni anno, mentre si confermano ingenti e discrezionali spese superflue”. Secondo il dirigente sindacale “sono circa 240mila i contratti nelle pubbliche amministrazioni che, a seguito dei tagli contenuti nella manovra economica del 2010, si dimezzeranno nel corso di quest`anno: numeri impressionanti che dovrebbero impegnare governo e parlamento che invece si dedica ad altro”.
Alla luce di questi dati generali allarmanti, c’è da dire che per la scuola rispetto a quanto accaduto nell’ultimo biennio non vi sono comunque grosse novità in arrivo. I tagli agli organici (circa 25.000 cattedre e 15.000 non docenti), saranno infatti compensati dall’alto numero di pensionati dal prossimo settembre: circa 27.000 docenti e 7.000 Ata. Certo, rimane il ‘nodo’ del salva-precari (ancora non si hanno notizie certe), del nuovo reclutamento (ormai imminente) e del prossimo aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento. Sono però questioni che chi lavora nella scuola dà ormai per acquisito: a giorni è attesa una norma che giustificherà questo stato di cose, contrassegnato dalle incertezze, con l’aleatorietà dei posti (il numero cambia di anno in anno in base a fattori imponderabili). Così la precarietà sarà anche giustificata.