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Baobab e scimmioni all’esame di Stato

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Aveva scritto molto di meglio il povero Caproni rispetto ai “versicoli quasi ecologici” ammanniti ai candidati in questo caldissimo Esame di Stato. Ad esempio il “congedo del viaggiatore cerimonioso” col suo tono sommesso, con i suoi diffusi e gentili ossimori, con il suo leopardismo di fondo, rimane una perla per chiunque vi si accosti. Questa lirica è invece fastidiosamente “oratoria” già dal suo inizio: “Non uccidete il mare, / la libellula, il vento”.
 
Sembra un altro Caproni, o è semplicemente un Caproni, quel giorno, abbandonato dalla musa. “Non soffocate il lamento/(il canto!) del lamantino. /Il galagone, il pino”. La paronomasia lamento/lamantino e la rima lamantino/pino meriterebbero citazione in un manuale di poesia, beninteso nel paragrafo “cose da evitare”. E così il testo procede fra altre espressioni enfatiche nella loro banalità (“profitto vile”, “non fatelo cavaliere del lavoro”) fino alla fine.
 
Ma questa orribile lirica ha innestato un “messaggio”, e dunque non fa niente se tradisce la migliore ispirazione del suo autore. Tale messaggio – peraltro espresso con la retorica insulsaggine che abbiamo visto – appare già a prima vista assai politicamente corretto, alludendo a palazzinari collusi col potere, liquami inquinanti, pesche abusive, ecomostri da abbattere, e tutti gli altri incubi che popolano le notti dell’ecologista doc. Ma leggendo con un po’ più di attenzione non ci si ferma qui: emerge, arrampicato sulle spalle di questo ecologismo banale, un ecologismo filosofico di natura nichilistica ben più  à la page: “come/ potrebbe tornare a essere bella/scomparso l’uomo, la terra”.

Che grata prospettiva per la nostra umanità: una terra lussureggiante percorsa da tutte le specie animali ma priva dell’uomo, cioè della creatura che dell’universo è il fine ultimo, senza la quale la terra e il firmamento non hanno alcun senso e valore! E’ la concezione che Joseph Ratzinger chiamò in una sua allocuzione “idolatria della natura”: chissà se qualche candidato avrà avuto sufficienti intelligenza e coraggio per contestarla. Sarebbe, nella ferrea rete del conformismo scolastico, il montaliano “anello che non tiene”.

Lo afferma, in una nota, Alfonso Indelicato, responsabile del Dipartimento scuola della Lombardia di Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale