Reclutamento docenti, mobilità, Pnrr, contratto. Sono tanti gli argomenti toccati dalla segretaria generale della Cisl Scuola Ivana Barbacci, intervistata da ‘Il diario del lavoro’:
“Potremmo dire che passano le stagioni ma la situazione resta sempre la stessa. Infatti, in occasione delle operazioni di assunzione a tempo indeterminato per l’anno scolastico 2022/23, nonostante fossimo in presenza di diverse procedure assunzionali (addirittura 7) si è potuto coprire solo poco più del 50% dei posti disponibili. Sarebbe andata ancora peggio se non si fosse prorogata di un anno la possibilità di assumere, almeno sui posti di sostegno, dalla I fascia GPS (le graduatorie per le supplenze), come da noi richiesto. Si mitizzano i concorsi, che da soli non bastano, come dimostrato dai fatti, a garantire la copertura del fabbisogno. Nel frattempo si fanno lavorare precariamente, ogni anno, più di duecentomila insegnanti – senza i quali le scuole non potrebbero funzionare – ma non si riconosce il valore formativo di quel lavoro. Una eguale attenzione va posta nei confronti del personale ATA andando, una volta per tutte, a superare il limite imposto alle assunzioni a tempo indeterminato sul solo turn-over (pensionamenti): è necessario procedere ad una stabilizzazione del personale su tutti i posti vacanti e disponibili”.
“Sulla mobilità, come sul reclutamento, un approccio astrattamente ideologico continua da anni a produrre norme che impongono vincoli e divieti, come se fosse questo il modo per garantire la continuità didattica. La realtà dimostra che la continuità è compromessa alla radice dal numero abnorme di contratti precari. Crediamo che sia il contratto, e non la legge, a dover disciplinare la mobilità. Nel frattempo siamo riusciti, sia nei contratti integrativi sia attraverso interlocuzioni e pressioni a livello politico, ad attenuare e rimuovere qualche vincolo; lo scorso anno consentendo, grazie a un contratto da noi voluto e firmato, di ottenere trasferimento a migliaia di neo assunti. Quest’anno, ottenendo per via legislativa la rimozione dei vincoli che avrebbero riguardato gli assunti nel 2022/23, i quali invece potranno fare domanda di mobilità”.
“Purtroppo, manca sull’utilizzo di quelle risorse un chiaro indirizzo strategico, come mancano azioni di formazione del personale per la predisposizione e la gestione di progetti così importanti e impegnativi. Il rischio è che un fatto in sé positivo, cioè le risorse economiche stanziate e che stanno arrivando a tutte le scuole, si traduca sostanzialmente in un forte aggravio di lavoro e di responsabilità, soprattutto per il personale Dirigente e Direttore amministrativo che si trova a gestire centinaia di migliaia di euro senza un percorso progettuale chiaramente sostenuto e orientato. Si potrebbe finire, in questo modo, per non utilizzare le risorse o di non finalizzarle al meglio”.
“Le risorse sulle quali la contrattazione può contare sono insufficienti a garantire un avvicinamento delle retribuzioni del personale scolastico italiano a quello europeo e nemmeno in grado di consentire un riallineamento delle retribuzioni nei confronti di quello delle altre P.A. Sul versante del personale docente, il Contratto dovrà intervenire, come ho già accennato, sul tema della mobilità, puntando a superare le norme sui vincoli, dovrà intervenire sulla formazione del personale (docente ed ATA), individuando specifici ambiti per riconoscere il diritto alla formazione in servizio, dovrà definire con chiarezza le attività funzionali del personale docente (facendovi rientrare, come appena detto, le attività di formazione)”.
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