Il sistema scolastico italiano è stato pensato in modo rigoroso da Giovanni Gentile, da molti studiosi considerato uno dei più grandi, se non il più grande filosofo del secolo scorso.
Gentile, basandosi sul sistema filosofico hegeliano, ha strutturato in modo storico i programmi scolastici delle scuole superiori, perché giustamente per capire il mondo attuale occorre sapere come esso si sia formato, occorre dunque comprendere la storia. Questo pensiero si trova addirittura nel diario giovanile di Hegel, che il pensatore aveva scritto quando ancora frequentava il ginnasio di Stoccarda. Per questo motivo noi abbiamo studiato a scuola storia della letteratura italiana, latina, greca, storia della filosofia e anche storia dell’arte.
Ciò significa che un qualsiasi studente italiano sa almeno che è esistito un Dante, un Virgilio, un Omero, un Socrate e un Canova. I più bravi e diligenti non solo sanno che sono esistiti, ma ne conoscono e ne amano anche le opere.
Bene, se voi chiedete a uno studente nordico di un letterato, di un filosofo o di un artista del suo paese molto probabilmente non saprà dirvi chi sia, perché non hanno studiato la storia della letteratura, della filosofia, dell’arte. I nordamericani, poi, non avendo una propria autentica storia almeno secolare, non possono neanche avere la corrisponde materia, sono un popolo senza storia.
Ciò vale per molti sistemi scolastici al mondo se non per tutti, perché il nostro sistema scolastico è un unicum, è l’unico che sia stato pensato da un vero e proprio studioso, non da un politicante qualsiasi.
Il fatto che poi l’insegnante di storia e filosofia debba essere lo stesso, deriva direttamente dal pensiero di Hegel e quindi di Gentile: la filosofia, quindi il pensiero, è il motore della storia e del progresso dell’umanità, per cui come possiamo capire la storia se non capiamo la forza che le ha dato il contenuto e la direzione, ossia la filosofia? Solo un vero e proprio conoscitore della filosofia, dunque un docente di filosofia, potrà capire il senso della storia al di là dei fatti e delle date, che di per sé non dicono nulla, se non se ne capisce l’intimo valore civile ed etico, quindi filosofico. Per questo motivo, solo un bravo docente di filosofia potrà spiegare ai giovani il senso della storia e quindi il motivo per cui noi oggi abbiamo proprio questa società e non un’altra, come direbbe Vico. Ecco, dunque, perché l’insegnante di storia deve assolutamente essere l’insegnante di filosofia!
Tutto questo però Barbero non lo può sapere. Lui è un divulgatore da dare in pasto alle masse, fumo negli occhi, così da rincretinirle e portarle al livello dei Nordamericani, ossia di coloro che ormai comandano in Italia e in Occidente e decidono chi debba avere successo e chi, invece, non lo debba avere. Vogliono smantellare il nostro sistema scolastico, frutto di qualcosa come duemilacinquecento anni di storia almeno, appunto della storia della filosofia, perché loro, i Nordamericani, questa storia non ce l’hanno.
Dunque, l’Europa continentale, in primis l’Italia e la Germania, che hanno perso la guerra e sono diventate colonie, vanno ‘destrutturate’, come si direbbe oggi, vanno culturalmente annichilite, per portarle al loro livello, al livello barbaro di chi non ha storia e ha messo su un impero soltanto grazie al primo vero genocidio della storia, quello dei poveri Indiani d’America.
Barbero è funzionale a questa operazione di ‘destrutturazione’ e distruzione della tradizione civile e culturale italiana, per imbarbarirci ed americanizzarci ulteriormente. Americanizzando la scuola, americanizzeranno i nostri giovani, quindi l’Italia del futuro. Il vero scopo è questo. Bisogna stare pertanto molto attenti e non essere ingenui, perché dietro le sue parole si celano l’ignoranza barbara nordamericana e la distruzione della nostra civiltà millenaria.
Marco de Angelis (Università di Hagen, Germania)