Debutta oggi, in Italia e in tutta Europa, Bard, il chatbot di intelligenza artificiale generativa messo a punto da Google e annunciato il 9 maggio scorso.
Bard si presenta come capace di ascoltare, parlare, comprendere e scrivere con gli utenti in 40 nuovi lingue – incluso l’italiano ed è raggiungibile al seguente indirizzo https://bard.google.com/.
Jack Krawczyk – Product Director di Google – ha dichiarato a Login del Corriere della Sera che “Si tratta della più grande espansione di Bard, realizzata sino ad ora” definendo il chatbot “uno strumento di espansione delle possibilità dell’immaginazione, di amplificazione del più potente computer al mondo, che resta la mente umana”.
A differenza degli Usa, dove Bard è già integrata anche nel motore di ricerca, in Italia l’esperienza di ricerca rimane (per ora) quella tradizionale mentre Bard diventa un prodotto a parte, gratuito e raggiungibile da tutti dal proprio browser, sia da mobile sia da desktop. Le risposte che Bard fornisce possono anche essere ascoltate e non solo lette.
Inoltre, rispetto ai chatbot concorrenti, per accedere a Bard non è necessaria alcuna registrazione. La seconda grande differenza con le AI concorrenti riguarda invece il set di dati utilizzati per fornire le risposte ai quesiti degli utenti. La fonte di Bard è infatti costituita dalle informazioni presenti sul web al momento della interrogazione così Bard è in grado di fornire risposte aggiornate ad oggi.
Si tratta di una differenza non da poco che permette a Bard di espandere la capacità di elaborare e applicare informazioni proponendo risposte a problemi ad alta complessità.
Emblematico che una delle pubblicità utilizzate per il lancio così reciti: “Bard può aiutarti a imparare a suonare il pianoforte“. Claim che sottolinea due diversi aspetti: il primo ha a che fare con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ambito dell’apprendimento (e quindi della scuola, dell’insegnamento) mentre il secondo indica l’assalto ad una delle dimensioni più complesse dell’apprendimento, ovvero l’imparare con esercizi costanti e la guida di un maestro a suonare uno strumento. Si tratta di un tema cruciale cui ha dedicato preoccupata attenzione l’Unesco con la pubblicazione proprio ieri di un importante documento firma Stefania Giannini.
Ovviamente Bard si autodefinisce un esperimento e mette avanti le mani ricordando che le sue risposte vanno sempre verificate (magari utilizzando il motore di ricerca di Google).
Per quanto riguarda le policy connesse al rispetto delle norme GDPR e privacy e all’adeguamento alle regole che Unione Europea sta discutendo occorrerà attendere ulteriori analisi. Come ben si ricorderà, ad esempio, ChatGpt fu bloccata per diverse settimane dal garante della privacy e tornò ad essere utilizzate in Italia solo quando si adeguò alle richieste del garante.
Sempre oggi la newsletter Flagship di Semafor scrive che ChatGpt, realizzata da OpenAI, si trova di fronte a tre nuovi sfidanti”. Oltre a Bard di Google stanno per fare la loro comparsa LLaMA, il chatbot di Meta, proprietaria di Facebook e Instagram. Elon Musk ha poi annunciato il lancio della sua nuova startup di intelligenza artificiale, xAI. L’obiettivo, per tutti, pare essere quello di limitare l’attuale dominio di OpenAi.
Su questi argomenti il corso Intelligenza artificiale nella didattica: dalla teoria alla pratica, a partire dal 14 luglio, a cura di Ivano Stella, in collaborazione con Casco Learning, e Aluisi Tosolini.
Il percorso ha l’obiettivo di fornire concretamente e direttamente l’opportunità di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale generativa nella propria attività professionale. In premessa uno sguardo all’attualissimo dibatto su potenzialità e rischi etici della Intelligenza artificiale a partire dal percorso intrapreso dall’Unione Europea per regolamentare per legge l’uso dell’Intelligenza Artificiale con l’AI act.
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