Il D.P.R. 503/1996 stabilisce che agli edifici o spazi pubblici esistenti, devono essere apportati tutti gli accorgimenti finalizzati all’abbattimento barriere architettoniche al fine di garantire la completa fruibilità dello spazio anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.
Mentre la Legge n.104 del 5 febbraio 1992 (legge quadro sull’handicap) sancisce che le persone con disabilità in nessun caso possono essere escluse dal godimento di servizi, prestazioni e opportunità ordinariamente goduti da ogni cittadino. In particolare la legge 104/92 prevede:
– che il rilascio delle concessioni edilizie sia vincolato al rispetto della normativa in materia di barriere;
– siano dichiarate inagibili e inabitabili (e sanzionati i responsabili) le opere realizzate in edifici pubblici o aperti al pubblico in modo tale da compromettere l’accessibilità ai disabili;
– sia riservata una quota di fondi per opere nell’edilizia residenziale pubblica;
– che siano adeguati i regolamenti edilizi comunali alle norme vigenti.
Ma cosa possono fare i cittadini nel caso in cui non siano rispettate tali norme? Senz’altro le azioni che è possibile mettere in campo sono diverse, tra cui: iniziative di pressione diretta nei confronti della Pubblica Amministrazione, di denuncia mediatica, di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, e la possibilità di adire direttamente in sede giudiziale.
Inoltre è possibile presentare ricorso al Difensore Civico, che ha la possibilità di accedere agli atti interni e individuare le inadempienze compiute.
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