Fa discutere l’idea del governo di inserire barriere divisorie in plexiglass per garantire un ritorno sicuro a scuola degli studenti.
All’agenzia di stampa AGI, Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, boccia l’idea della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “Pensare ai bambini dentro alle gabbie di plexiglass mi fa rabbrividire, è come vederli al guinzaglio o con la museruola”.
“Quello che ha detto la ministra Azzolina – sottolinea Pellai – è correlato al fatto che hanno seguito questa strada a Wuhan nel post lockdown, ma l’idea è la meno sostenibile, la meno attuabile, la meno a misura di bambino tra quelle che si possono avere. Era stata proposta anche per i luoghi della ristorazione e per andare in spiaggia questa estate, ma è stata subito accantonata”.
Quale strategia, allora, bisogna adottare? Pellai mette in evidenza che “di fronte a noi abbiamo tre mesi di tempo per fare tesoro delle esperienze anche degli altri paesi. Le decisioni sul ritorno in classe riguardano i bambini di tutta l’Europa. Non abbiamo notizie che le nazioni dove i bambini sono già tornati in classe abbiano adottato il plexiglass. Sarebbe opportuno accordarsi per una strategia condivisa, anche se mi rendo conto che altri paesi non hanno i nostri stessi problemi, come le classi pollaio per esempio”.