A dirlo è un Rapporto della Commissione europea, “Education and Training Monitor, 2017”: la media UE relativa alla percentuale di studenti con risultati bassi nella lettura è cresciuta dal 17,8 nel 2012 al 19,7 nel 2015, annullando i progressi realizzati dal 2009.
In altre parole, scrive Lavoce.info, che riporta lo studio dell’Ue, gli studenti con basso rendimento si concentrano soprattutto tra le famiglie con background socio-economico più svantaggiato: in media nella UE il 33,8 per cento di questi alunni si colloca nel quartile più basso dell’indicatore di status socio-economico e culturale (Escs), mentre solo il 7,6 per cento appartiene al quartile più alto, con uno spread di 26,2 punti percentuali (per l’Italia è di circa 27 punti percentuali).
“Queste differenze si traducono in disuguaglianze di reddito e di benessere e il fatto che siano collegate allo stato economico e sociale dei genitori apre un’importante questione di giustizia sociale”.
“Le famiglie benestanti- scrive Lavoce.info- fanno grandi sforzi per aiutare i propri figli a sviluppare abilità cognitive e non cognitive, scegliendo le scuole migliori, assistendoli nello svolgimento dei compiti, pagando lezioni di recupero o vacanze studio. Nasce da qui probabilmente il forte incremento nella partecipazione ad attività educative extra-scolastiche a pagamento (shadow education), evidenziato nel rapporto della Commissione”
“Questi sforzi, insieme alla rete di conoscenze, permettono a chi ha un background più avvantaggiato di ottenere, a parità di capacità, posizioni migliori sul mercato del lavoro rispetto a chi proviene da una condizione più povera”.
Occorre dunque, precisa Lavoce.info, “migliorare la qualità delle scuole nelle aree più svantaggiate e incentivare i docenti più bravi a prestare proprio lì la loro attività. E se è legittimo che i genitori con maggiori possibilità diano tutto il supporto possibile ai propri figli nel processo di formazione, non è invece legittimo che intervengano nella formazione delle classi, scegliendo i compagni e gli insegnanti migliori. Le classi ghetto fanno molto peggio che produrre effetti negativi sulle capacità cognitive degli studenti svantaggiati: infliggono una seria umiliazione e danno un chiaro segnale del posto che spetta a ciascuno nella società”.
Sulle riforme del ministro Valditara si sta creando un movimento contrario che sempre di più…
Alla vigilia dell’undicesima edizione di Didacta Italia, in programma dal 12 al 14 marzo alla…
Una delle domande più ricorrenti che giungono alla nostra redazione, riguardante i percorsi abilitanti 60…
Lunedì 3 marzo ha preso il via la somministrazione delle Prove nazionali Invalsi, un appuntamento…
Come molti sanno, da qualche giorno è iniziato il Ramadan, il mese sacro per le…
A far data dall’anno scolastico 2016/2017 la L. 107/2015, all’art. 1, c. 64, ha stabilito…