Continua tenere banco il problema dei mancati interventi nelle scuole per prevenire il Covid, in particolare i sistemi di aerazione automatici: nei giorni scorsi erano stati i presidi Anp di Roma e del Lazio, attraverso i loro rappresentanti Mario Rusconi e Cristina Costarelli, a chiedere “di essere informati di quanto le amministrazioni intendono attuare rispetto al tema dell’aerazione degli ambienti scolastici, sia alla luce della situazione Covid che della generale vivibilità degli stessi”.
Qualche settimana prima, il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della Commissione Cultura, aveva scritto che “secondo i tecnici per mettere in sicurezza tutte le 370 mila aule servirebbero quasi 2 miliardi”.
Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha fatto notare che “a meno di due mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico, non c’è ancora uno straccio di programmazione e intervento in chiave prevenzione pandemia:
Il problema è che, anche avendo i finanziamenti, per installare i sistemi meccanici di ventilazione, ad oggi mancano ancora le linee guida del ministero dell’Istruzione: erano attesa ad inizio primavera, invece siamo in piena estate a ancora non sono state pubblicate.
Nel frattempo, tornano a farsi sentire gli epidemiologi. Francesco Vaia, direttore generale dell’ospedale Spallanzani di Roma, intervenendo all’anniversario dei 60 anni del Servizio sanitario della Polizia di stato, non ha usato giri di parole: “Non ce la faccio più di vedere bambini a scuola con mascherine e cappotti: servono impianti di areazione“.
Vaia ha ricordato che l’età mediana dei contagi di Covid si attesta sui 50 anni ma è superiore ai 70: “significa che noi dobbiamo guardare a quella fascia lì, il tema oggi è blindare quelle persone che oggi sono ricoverate, a quelle dobbiamo pensare”.
Per questo Vaia ha insistito sull’aggiornamento dei vaccini e sulla ventilazione meccanica “nelle scuole“, dove dovrebbe essere implementata grazie al “Pnrr”.
Il piano predisposto dal Governo, invece, non è questo: i fondi del Recovery plan non porteranno la ventilazione meccanica nei nostri 42mila plessi scolastici.
Vaia durante il suo intervento ha messo in luce tre aspetti: la comunicazione inefficace, i vaccini aggiornati e la ventilazione meccanica.
Il direttore del nosocomio romano ha detto che “c’è un aumento” dei contagi, “che però non arriva alla prima Omicron ma si alza leggermente anche perchè guardate la gente: è spaventata” a causa della “comunicazione inefficace” con “i cittadini che vogliono venire tutti allo Spallanzani e molti sono ricoveri un po’ forzati, potrebbero andare bene anche in un buon ospedale di medicina interna”.
“I ricoveri oggi si sono stabilizzati sui 10-12 ricoveri in terapia intensiva, questa è la realtà – ha spiegato – perchè già ci avevano detto i colleghi sudafricani che eravamo di fronte a una variante contagiosissima ma poco grave che poi sarebbe declinata in giù e sta accadendo”.
“Ora si è alzata l’età media – ha continuato Vaia -, questi sono dati inoppugnabili e perchè noi oggi diciamo che è una malattia diversa? Io ora non voglio utilizzare un termine un po’ polemico …parlo del mio, è una malattia diversa? Sì, lo vogliamo definire raffreddore? Non lo so, chiamatelo come volete voi, chiamiamolo Covid 22”.
Tra le ragioni del mutamento della malattia, Vaia ha ricordato che “abbiamo un’alta immunità cellulare”.
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