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Basta “atipicità”: ci vogliono subito le classi di concorso specifiche

L’idea singolare e miope di chi sostiene che tutti possono insegnare tutto, non serve assolutamente a migliorare il livello della didattica nella scuola pubblica italiana, ma al contrario crea grossi problemi per l’apprendimento dei nostri ragazzi.
Le tabelle di confluenza delle classi di concorso cosiddette atipiche sta creando seri problemi e, in alcuni casi, anche contenziosi che finiscono nelle aule di tribunale. Pensiamo alle problematiche sorte tra le classi di concorso A052 e A051 e a quelle tra l’A049 e l’A047. Il Miur non ha ancora risolto il problema; per adesso in modo pilatesco se ne è lavato le mani e, attraverso una norma transitoria (per di più con una semplice circolare), ha lasciato la scelta dell’assegnazione delle classi di concorso dei vari insegnamenti alle singole scuole e agli uffici scolastici. Le conseguenze di questa circolare (la n. 34 del 2014) sono state di una sua applicazione difforme tra scuola e scuola e tra i vari ambiti territoriali d’Italia. In buona sostanza ognuno ha agito per come ha voluto comportandosi in modo diverso per situazioni identiche. L’atipicità delle classi di concorso e l’applicazione della circolare n. 34 dell’aprile 2014 ha provocato un vero e proprio Far West dell’attribuzione delle classi di concorso ai vari insegnamenti.
Ma cosa aspetta il ministro Stefania Giannini a fare un serio e definitivo riordino delle classi di concorso? Il ministro forse non sa che la scuola italiana attende da anni il regolamento sulle classi di concorso? D’altronde la riforma Gelmini sul riordino dei cicli scolastici ed in particolare delle scuole secondarie di II grado è ormai entrata a pieno regime, tanto che con l’anno scolastico 2014/2015 le quinte classi dei licei saranno quelle della riforma dell’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.
L’urlo accorato che arriva dalla scuola è: “Basta atipicità e norme transitorie sulle classi di concorso servono al più presto regole certe”.
Il problema è soprattutto di natura didattica, alla prova del nove le tabelle di confluenza risultano dannose e didatticamente inefficaci, per questo motivo vanno abolite e sostituite con un regolamento che individui seriamente classi di concorso specifiche per insegnamenti specifici.
In buona sostanza non è pensabile che per la salvaguardia degli esuberi o dei soprannumeri si consenta a tutti di insegnare tutto, è necessario discernere e tutelare l’apprendimento dei ragazzi. Inoltre bisogna ricordare quanto scritto nell’articolo 64 della legge n. 133/2008, che ha disposto l’adozione di un regolamento per la revisione complessiva delle classi di concorso. A distanza di 6 anni da questa legge e con il succedersi di ben quattro ministri dell’Istruzione dal 2008 ad oggi, non si è ancora riusciti ad approvare tale regolamento.
Ma qual è il nodo ostativo che impedisce l’approvazione di un DPR che razionalizzi ed accorpi le classi di concorso ai sensi del comma 4 dell’art. 64 della legge n. 133/2008? Il nodo principale è quello di trovare forme di tutela per i docenti più anziani facenti parte dell’incrocio di classi di concorso atipiche, infatti molti di questi, se venisse approvato il DPR sull’accorpamento delle classi di concorso, rischierebbero di andare in soprannumero nella scuola di titolarità e addirittura in esubero provinciale. La situazione sul riordino delle classi di concorso è quindi un’urgenza e per questo motivo chiediamo al responsabile del Miur Stefania Giannini cosa intenda fare per risolvere definitivamente una situazione che sta assumendo contorni kafkiani.

Lucio Ficara

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