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Basta con gli allarmismi: l’Intelligenza Artificiale non sostituirà gli insegnanti

Soprattutto in questi ultimi tempi si sta assistendo ad un dialogo acceso tra coloro che sono a favore dell’IA e coloro che si dimostrano scettici e preoccupati.
Dal 1956, anno in cui durante il congresso del Darmouth College di Hannover il termine Intelligenza Artificiale è stato introdotto nel linguaggio informatico – dando vita così alla nascita di una nuova branca della scienza informatica ed ingegneristica, con lo scopo di individuare modelli per lo sviluppo di algoritmi capaci di consentire alle macchine la possibilità di imitare abilità intelligenti all’interno di specifici domini – si sono fatti enormi passi in avanti, tant’è che oggi l’IA fa da padrona in quasi tutti gli ambiti della nostra vita privata e sociale.

Gli studi sull’IA hanno stimolato anche un dibattito ed un confronto fra le varie discipline (pedagogia, didattica, filosofia, neuroscienze), in quanto si è compreso che i temi ad essa connessi non potevano essere considerati di esclusiva competenza della matematica, dell’ingegneria e della robotica.

Relativamente all’interazione Natura e Tecnica, la pedagogia e la psicologia hanno riflettuto sui seguenti tre punti:

  1. la natura umana è fortemente contraddistinta dalla capacità tecnica;
  2. la trasformazione della natura umana è strettamente legata alla tecnica – la scrittura, la stampa, Internet, il computer hanno influito notevolmente sulle nostre capacità cognitive; il modo di apprendere dei nativi digitale è totalmente cambiato rispetto a quello delle generazioni precedenti -;
  3. il “pericolo” che la tecnica possa prendere il sopravvento sul mondo naturale.

    All’infondata preoccupazione di coloro che pensano che l’inserimento dell’IA negli ambienti scolastici possa sostituire i docenti, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, rassicura, sostenendo che l’IA non potrà mai sostituire i docenti, dal momento che essa costituirà solo un ausilio per il potenziamento della didattica e che consentirà ai giovani di raggiungere più facilmente il successo formativo.
    Sempre Valditara specifica che al momento sono state avviate tre sperimentazioni (una a Milano, una a Colico ed una a Cologno Monzese) e che in caso di risultato positivi, ci sarà un’ulteriore implementazione.

    L’IA deve essere vista, quindi, come un’opportunità per gli studenti a condizione che ci sia un’adeguata preparazione dei docenti, supportata da una pedagogia (scienza che si occupa della formazione dell’uomo dalla culla al sepolcro, come diceva Comenio), a cui viene dato il compito di educare i giovani ad un uso consapevole delle nuove tecnologie e alla da una psicologia che attraverso l’analisi del processi cognitivi elabora le strategie migliori per un apprendimento adeguato alle singole potenzialità insite negli individui, permettendo la scoperta di talenti.

    Luciano De Giorgio

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