I compiti a casa non piacciono, né agli studenti né alle famiglie che talora devono anche dedicare il proprio tempo libero ad aiutare i propri figli.
E qualche volta non si tratta solo di dedicare tempo ma che denaro, soprattutto se si tratta di studenti di liceo che magari anche qualche difficoltà in latino o in matematica.
E’ proprio per questo che il senatore leghista Mario Pittoni ha deciso di lanciare una campagna nazionale: “I compiti a casa vanno aboliti – sostiene il parlamentare – basta con quest’incubo, che avvelena le giornate di studenti e genitori spingendo a comportamenti poco corretti. I compiti per casa vengano svolti a scuola, così da non avvantaggiare chi a casa può contare su un sostegno familiare”.
Senza contare che molto spesso i compiti a casa servono semplicemente a favorire comportamenti non del tutto encomiabili: “Il tempo dedicato allo studio dopo l’orario scolastico – sostiene Pittoni – va da 1 ora e 45 minuti alle medie a circa 2 ore e mezza alle superiori. Ma circa il 50% dei partecipanti a un sondaggio promosso da Skuola.net, ammette di non essere del tutto cristallino e di copiare abitualmente almeno una parte dei compiti assegnati dai professori e quasi due su tre si dichiarano disponibili a plagiare i sacrifici dei compagni”.
“Di fatto – prosegue Pittoni – i compiti a casa sono scuola di scorrettezza oltre a non garantire equità di trattamento, viste le variegate situazioni familiari”.
D’altronde anche il premier francese Francois Hollande ha deciso di muoversi nella stessa direzione.
“Da noi però – ironizza il senatore del Carroccio – invece di intervenire su questioni concrete, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo è concentrato sulla promozione di un concorso per insegnanti che, non avendo aggiornato le regole, non premia il merito e tanto meno i giovani, costringendo a interventi tampone per limitare i danni”.
Sempre sulla questione dei compiti a casa va segnalato che il sottosegretario Marco Rossi Doria ha commentato: “La Francia ha una tradizione centralistica. Compiti o non compiti lo decidono i docenti nel progetto di scuola autonoma”.
Caustico Pittoni: “Strano modo di intendere l’autonomia, si accentra tutto quello che sarebbe utile lasciare alla valutazione di chi ha diretta conoscenza delle questioni e non si interviene quando è solo questione di buon senso”.
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