E’ stato pubblicato il documento “Verso una nuova Università”, testo che raccoglie 18 proposte della CRUI per rilanciare l’Università suddivise in quattro macro temi: autonomia, competitività, finanziamento e semplificazione. Dopo qualche paragrafo di inquadramento della drammatica situazione che l’università italiana vive in questo momento, la Conferenza dei Rettori si lancia in un elenco asciutto che, dietro frasi di apparente buonsenso, rivela in più punti il totale asservimento dei rettori stessi alle logiche che hanno demolito l’università negli ultimi anni.
Il primo paragrafo, quello dedicato all’autonomia, non lascia molto spazio a soluzioni concrete, rivelando tuttavia la volontà dei rettori di disporre in maniera più libera e priva di vincoli dei propri Atenei, senza alcuna valutazione delle conseguenze che un maggior grado di autonomia potrebbe comportare in termini di disparità tra università.Il tema della competitività è presentato in coppia con un altro grande mantra degli ultimi anni, i giovani: si insiste da una parte sull’inserimento professionale dei laureati, senza definire in alcun modo la qualità del legame tra mondo della formazione e impresa, e dall’altra si ripropone l’ottica fortemente competitiva che si intende imprimere ai processi di formazione.
“Ė nella parte riguardante il finanziamento – dichiara Alberto Campailla, portavoce di Link – Coordinamento Universitario – che la retorica dei rettori diventa davvero insopportabile: se il tema del diritto allo studio è affrontato in maniera del tutto superficiale ed approssimativa, i termini in cui si parla del Fondo di Finanziamento Ordinario, tema ben più caro ai rettori, rivela ancora una volta l’impostazione che accompagna l’intero documento, e le ragioni che lo muovono: si torna a proporre una quota premiale incrementale che non farebbe altro che acuire i divari già immensi tra atenei di serie A e atenei di serie B, già martoriati dalla retorica imperante del “merito”.“Il quarto punto del detto paragrafo poi – prosegue Campailla – fa riferimento all’adozione di un nuovo modello di un “nuovo modello” di finanziamento che, senza ulteriori precisazioni, non lascia presagire nulla di buono”. “Ė inaccettabile – conclude Campailla – che gli stessi rettori che sono stati testimoni passivi dello smantellamento dell’Università italiana negli ultimi, tornino ancora una volta ad esprimersi fornendo soluzioni parziali e superficiali che rispecchiano più i loro interessi che quelli dell’Università italiana: se gli studenti e tutti coloro che vivono quotidianamente l’Università dovessero esprimersi circa le necessità dell’Università italiana metterebbero di certo ai primi posti il rifinanziamento dell’FFO indipendentemente dai criteri di premialità, la copertura totale delle borse di studio, l’abolizione del numero chiuso, la rimozione del blocco del turnover”.
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