Le sentenze si rispettano: quindi, d’ora in poi la geografia a scuola andrà affidata agli insegnanti laureati nella disciplina e non a quelli che hanno svolto all’Università un paio di esami.
A sostenerlo è l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha stabilito che negli Istituti Tecnici e Professionali l’insegnamento venga affidato esclusivamente ai professori abilitati in questa disciplina e non più a docenti abilitati in Lettere o in Scienze.
A sollecitare il Tar, era stato il coordinamento nazionale “Sos Geografia“, guidato da Riccardo Canesi e Silvia Rita Viola, come abbiamo già rilevato.
“La sacrosanta sentenza del Tar non venga, attraverso espedienti di varia natura, disattesa dal Miur, prolungando anche in futuro un’anomalia gravissima che si protrae da molti anni, con esiti certo non positivi per la preparazione degli studenti”, spiega l’Aiig.
Per l’associazione è ora necessario ” evitare che docenti, privi di competenze specifiche, giungano a insegnare Geografia, spesso non conoscendone a fondo metodi e obiettivi e svilendone inevitabilmente la natura”.
Quella sentenza del Tar, continuano i prof di geografia, “ha avuto il grande merito di trovare ampia risonanza nei mass media”, ponendo all’attenzione dell’opinione pubblica il problema di una disciplina “che non trova adeguata collocazione nella scuola, producendo una generale e pericolosa ignoranza della dimensione spaziale, da tutti unanimemente riconosciuta e deprecata” e “unica, in negativo, in tutto il panorama europeo e occidentale”.
Infine, i geografi ricordano che il Tar si è pronunciato solo sugli gli Istituti Tecnici e Professionali, “mentre la riforma Gelmini ha prodotto pesanti ricadute dovunque; nei Licei, ad esempio, ha associato, in un connubio malamente progettato, la Geografia alla Storia, con una riduzione da quattro a tre ore settimanali”, e “altri e non minori danni sono presenti anche nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado”.
Pertanto, esortano la categoria a ” continuare a chiedere e a monitorare che l’insegnamento delle discipline sia affidato a quegli specialisti che la disciplina l’hanno scelta e studiata per passione”.
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