Come avevamo preannunciato in un precedente articolo, in queste ultime settimane di scuola molti presidi vanno all’attacco e propongono Dress code o più semplicemente codici di abbigliamento, per evitare canottiere e vestiti troppo “scollati” da parte degli alunni.
Ma da Moncalieri, in provincia di Torino, arriva un’originale approvazione di dress code: infatti, nelle due scuole medie dell’istituto comprensivo Centro Storico di Moncalieri, i ragazzi potranno entrare in classe solo indossando “un abbigliamento consono e rispettoso ad un luogo come la scuola”. A proporlo, come riporta La Stampa.it, è stata la dirigente Valeria Fantino, che però ha pensato di sondare il terreno, prima di portare la proposta in Consiglio di Istituto, aprendo un sondaggio su Facebook: “Chi sarebbe d’accordo nel vietare canotte, shorts e minigonne cortissime a scuola? Si deve favorire la consapevolezza che ogni luogo ha il proprio codice di comportamento e di abbigliamento: insegnando un minimo di rispetto e di buon gusto. Ovviamente mi riferisco anche ai jeans a vita bassa che mostrano le mutande”.
A quanto pare il sondaggio ha portato ad un plebiscito di si, tanto che l’approvazione al Consiglio d’Istituto potrebbe essere una vera e propria formalità.
“Nelle scuole medie i ragazzi cominciano a capire come funzionano certi meccanismi e noi tutti siamo responsabili della loro formazione ed educazione – spiega la preside Fantino – tra queste cose c’è anche l’importanza di capire che ogni luogo ha una forma da rispettare. Se oggi vengono a scuola con i pantaloni strappati o le minigonne, domani non capiranno che ad un colloquio di lavoro o in un ufficio ci si deve presentare indossando un abbigliamento opportuno”.
La dirigente però non si è fermata ai vestiti, ma ha racchiuso anche altri accorgimenti, come il trucco per le alunne: “È giusto per le ragazzine sperimentare, ma a scuola non si arriva truccate come ventenni al sabato sera. Nel nuovo regolamento ci sarà richiesto di evitare rossetti pesanti o fondotinta da abbronzatura”.
Alle accuse di proibizionismo la dirigente risponde: “tantissimi genitori sono d’accordo con me – continua la preside -, ho fatto appositamente il sondaggio su Facebook per avere un primo polso delle reazioni. Una madre mi ha detto chiaramente che sua figlia verrà a scuola truccata, perché lei le dà il permesso. Pazienza. Le scelte educative aiutano i ragazzi a crescere e a rispettare le istituzioni. E poi ho un’altra idea”.
E poi lancia una proposta per un abbigliamento “cool” a scuola senza però perdere il decoro: “Vorrei invitare uno stilista a scuola, che racconti come ci si possa abbigliare in maniera alternativa, anche in rapporto alla propria corporatura e viso. Un professionista può insegnare come essere trendy, senza per forza trascendere nel cattivo gusto. Credo che ai ragazzi piacerà”.
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