L’insegnamento è una professione al pari livello di tutte le altre. Non è passione e non è neppure volontariato. Deve essere stroncato per sempre questo leitmotiv di considerare gli insegnanti come dei volontari che svolgono un lavoro abbastanza delicato ed impegnativo.
La professione docente è uguale alle altre e deve essere retribuita come tutte le altre professioni.
E finiamola di considerarla come una cenerentola della P.A. perché la scuola ha un delicatissimo compito sulle spalle che è quello di formare e nello stesso tempo di coeducare le nuove generazioni che ormai hanno definitivamente perso la bussola dell’educazione.
Ormai alla scuola viene delegato tutto: i docenti devono nello stesso tempo onniscenti ed onnipresenti e, se serve, avere anche il dono della bilocazione, ossia essere presenti contemporaneamente a scuola nelle classi e a casa dove devono sostituirsi ai genitori il cui mestiere di educare i figli lo hanno dimenticato da tempo o non lo hanno mai svolto perché non lo conoscono affatto.
In occasione dell’apertura del nuovo anno scolastico, durante la trasmissione “Tutti a scuola” sono state pronunciate tante bellissime parole, sono stati fatti tanti bellissimi propositi e il mondo della scuola è stato tratteggiato come un pianeta fantastico: Si è ribadito di dare maggiore sostegno ai docenti dal punto di vista economico, si è ribadito sulla difficoltà della professione nella società di oggi, insomma si sono pronunciate parole sperticate.
Ma questi bei propositi usciti dalla bocca del neo Ministro dell’Istruzione Fioramonti e dalla acutezza e saggezza del Presidente della Repubblica, Mattarella, vorremmo che si avverassero subito e che non restassero parole di circostanza dette per l’occasione.
La classe docente è stanca, nauseata dei continui bla bla e attende solo una cosa: dalle belle parole si passi in fretta ai fatti concreti.
Mario Bocola
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