Basta con la scuola da intendere come bancomat per finanziare spese inutili e sprechi: lo ha detto il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.
L’occasione è stata l’apertura del convegno su scuola e valutazione, svolto il 12 maggio alla Camera ed organizzato dal Movimento 5 stelle.
L’obiettivo del M5S, ha sottolineato Di Maio, è “creare un programma su scuola, università e ricerca condiviso e chiaro”.
“E’ fondamentale rimettere al centro della nostra società il valore dell’insegnamento”, ha sottolineato il grillino.
E ancora: “per fare questo, vogliamo portare gli investimenti per la scuola ai valori europei: oltre il 10% dei nostri investimenti deve andare verso la scuola“.
“Oggi siamo il fanalino di coda”, “perché in tutti questi anni la scuola, alla pari della sanità, è stata utilizzata come bancomat per finanziare sprechi, privilegi, bonus elettorale, che poi hanno fatto perdere le elezioni. Renzi si è giocato la sua carriera politica sulla scuola“.
Durante il convegno, si è parlato di valutazione: il bonus premiale per i docenti e la card da 500 euro, introdotti con la “Buona scuola”, ha detto la deputata Silvia Chimienti, “non sono la strada giusta per promuovere quello spirito cooperativo e sinergico che tutti riconoscono come il presupposto imprescindibile per il successo di qualsiasi intervento formativo”.
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Per questi motivi il M5S ha dato avvio di una consultazione sul blog del Movimento 5 Stelle: “da lunedì (15 maggio ndr) si discuteranno le proposte sul programma istruzione. Cinque esperti (un dirigente scolastico, due insegnanti di scuola superiore, un professore universitario e un costituzionalista) tratteranno temi centrali per l’istruzione e tutti gli iscritti potranno esprimersi sulla priorità degli interventi“, ha annunciato sempre l’on. Chimienti.
Poi ha preso la parola Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, secondo cui “Renzi è entrato come un elefante nella scuola: la Legge 107 è una violazione dei valori costituzionali. Il bonus al merito degli insegnanti è uno spreco di denaro, non è così che si valuta il merito”.
“La questione della valutazione – ha sottolineato Stefano D’Errico, segretario nazionale Unicobas – va affrontata a partire dalla cultura dell’autovalutazione, la scuola è una comunità educante e il concetto di valutazione deve partire dalla spinta al miglioramento collettivo”.
La valutazione “non ha a che fare con i bonus premiali o con la ‘Buona scuola’ di Renzi, ma ha senso se, oltre all’autovalutazione, intervengono elementi terzi”.
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