Ci sono alcune novità ma anche diverse conferme nel decreto che estende l’obbligo del Green pass a tutto il mondo del lavoro e cerca di affrancare sempre più dipendenti dallo smart working: lo si evince dall’aggiornamento delle Faq che Palazzo Chigi ha pubblicato rispondendo alle domande scaturite dello stesso decreto.
Detto che chi continuerà a lavorare in smart working non dovrà possedere il Green pass, che “serve per accedere ai luoghi di lavoro” e che comunque “in ogni caso lo smart working non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di green pass”, non vi sono sostanziali novità anche per i lavoratori che torneranno in presenza: per loro resta il distanziamento: il Green pass, ha chiarito il Governo, non fa venire meno le regole di sicurezza previste dalle linee guida e dai protocolli vigenti e, dunque, rimane il metro di distanza nei luoghi di lavoro.
Il rientro al lavoro dovrà avvenire in “condizioni di sicurezza e nel rispetto delle misure anti Covid” che, al momento, prevedono il mantenimento della distanza di almeno un metro”.
La disposizione ha fatto subito scattare un parallelo con la scuola, dove dal 1° settembre è stato deciso il rispetto della distanza di sicurezza “salvo che le condizioni strutturali-logistiche degli edifici non lo consentano”. Di fatto, quindi, nelle classi la distanza di un metro (che lo scorso anno è stato uno dei punti principali per la convivenza nelle aule scolastiche in chiave anti-Covid) è diventata “consigliata” e non più obbligatoria, come nell’anno scolastico passato.
L’adozione della disposizione pone più di qualche dubbio di applicazione. Soprattutto nelle grandi aziende e nel comparto pubblico. A questo proposito, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta dovrà mettere a punto il decreto che definisce i criteri specifici per il rientro.
Sempre il responsabile della Funzione Pubblica dovrà verificare con il ministro della Salute Roberto Speranza le linee guida per stabilire le modalità organizzative per le verifiche sul Green pass.
Poi, entrambi i criteri applicativi saranno sottoposti al Comitato tecnico scientifico.
Ed è in questo quadro, hanno conformato fonti di Governo alle agenzie di stampa, non è escluso che possa essere rivisto il distanziamento poiché sarebbe complicato riportare tutti in ufficio e garantire il metro di distanza tra un lavoratore e l’altro.
Anche negli uffici pubblici, quindi, si potrebbe ripercorrere quanto accaduto nella scuola: il Covid-19 è ancora una minaccia, ma il distanziamento non è più un obbligo.
Una contraddizione che sembra proprio il prezzo da pagare, con tanto di rischi annessi di contagio, per poter tornare alla (quasi) normalità.
La domanda allora è: basterà davvero indossare la mascherina per non far diventare i luoghi di lavoro dei focolai? Al Cts la risposta.
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