Sulla questione delle immissioni in ruolo scoppia la polemica fra il Viceoministro Mariangela Bastico e i suo (ormai ex) alleati della sinistra radicale.
Il viceministro dichiara che entro la fine del mese il Governo provvederà ad approvare il decreto interministeriale, ma mette le mani avanti sul numero finale di assunzioni.
L’Amministrazione, sottolinea Mariangela Bastico, è al lavoro per calcolare con esattezza i posti realmente disponibili “dal momento che le domande di pensionamento per l’anno scolastico 2008/09 sono calate del 60% rispetto ai pensionamenti relativi a quest’anno (da oltre 42 mila a poco più di 18 mila)”.
“Il Ministero della pubblica istruzione – conclude Bastico – è impegnato a garantire che il massimo numero di posti possibili sia destinato alle nuove immissioni in ruolo”.
La formulazione adottata dal viceministro non piace affatto a Pietro Folena (Rifondazione Comunista) e ad Alba Sasso (Sinistra Democratica), rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera, che commentano: “Nel comunicato non si parla di 50mila insegnanti e 10mila Ata, che pure rientravano nelle previsioni del Ministero della Pubblica Istruzione. Si parla invece delle domande di pensionamento che, per l’anno scolastico 2008/09, sarebbero calate del 60% rispetto ai pensionamenti relativi a quest’anno. Sembra quindi un implicito annuncio: quest’anno le immissioni in ruolo saranno intorno alla cifra di 18mila unità”.
Durissima la conclusione alla quale arrivano la Sasso e Folena: “Ci sembra che qui si stia iniziando a giocare con i numeri. Un gioco che viene fatto sulla pelle delle persone. I precari di cui parliamo già lavorano per la scuola. Non si tratta di favorire una categoria, quindi, ma di fare funzionare meglio la scuola evitando che ogni anno gli studenti abbiano un insegnante precario diverso e debbano aspettare il ‘rito’ delle nomine”.
E così i due parlamentari chiedono che il Governo “faccia chiarezza, una volta per tutte, sui numeri: quei numeri a cui sono legati i diritti dei lavoratori e quelli degli studenti e delle loro famiglie. Sono 50mila insegnanti e 10mila Ata come prevedeva il ministero, oppure solo 18mila?”
Durissima la conclusione alla quale arrivano la Sasso e Folena: “Ci sembra che qui si stia iniziando a giocare con i numeri. Un gioco che viene fatto sulla pelle delle persone. I precari di cui parliamo già lavorano per la scuola. Non si tratta di favorire una categoria, quindi, ma di fare funzionare meglio la scuola evitando che ogni anno gli studenti abbiano un insegnante precario diverso e debbano aspettare il ‘rito’ delle nomine”.
E così i due parlamentari chiedono che il Governo “faccia chiarezza, una volta per tutte, sui numeri: quei numeri a cui sono legati i diritti dei lavoratori e quelli degli studenti e delle loro famiglie. Sono 50mila insegnanti e 10mila Ata come prevedeva il ministero, oppure solo 18mila?”