“La scuola che vogliamo deve essere avere tre caratteristiche: deve essere pubblica e di qualità e non deve lasciare indietro nessuno, cioè deve essere per tutti”: è lo slogan che a San Benedetto del Tronto la viceministro Mariangela Bastico ha ripetuto più volte oggi 3 luglio nel corso del suo intervento al Convegno “Idee per la scuola che verrà” promosso dagli Irre Marche e Abruzzi.
Sala gremita di insegnanti che hanno apprezzato anche il richiamo alla scuola dell’infanzia (“E’ qui che inizia la lotta alla dispersione, non bisogna aspettare di intervenire nella scuola superiore”).
La viceministro ha illustrato (e difeso) la “strategia del cacciavite” del ministro Fioroni: “Abbiamo iniziato a smontare alcuni aspetti della riforma Moratti usando strumenti diversi, dagli atti amministrativi alle proroghe”.
“Per il decreto sul primo ciclo – ha sottolineato Bastico – non è stato possibile fare nulla perché ormai i tempi per apportare modifiche sono scaduti, mentre per quanto riguarda il decreto sull’Invalsi, pensiamo di intervenire usando le prossime direttive”.
E ancora: “Per quanto riguarda il portfolio il Ministro ha già allargato le maglie lasciando molta autonomia alle scuole; questa indicazioni verrà ripresa e rafforzata con l’avvio del nuovo anno scolastico”.
Per quanto riguarda tutor e ore facoltative opzionali la soluzione alla quale si sta pensando è di natura contrattuale: “Intendiamo percorrere la strada della delegificazione – ha spiegato la viceministro – come peraltro previsto dall’articolo 43 del contratto nazionale della scuola: in altri termini stiamo pensando ad un accordo con la parte sindacale che consenta di modificare le norme di legge, se non altro per quanto riguarda la questione dell’orario di 18 ore del docente tutor”.
Sulle Indicazioni nazionali le idee sono chiare: “Non abbiamo nessuna intenzione di mettere in piedi mega-commissioni; in una prima fase utilizzeremo strumenti leggeri e cercheremo di fare leva su competenze specifiche e su gruppi di lavoro informali; successivamente faremo ricorso ad una campagna di ascolto e alla concertazione con tutte le parti in causa”.
Ma la questione centrale resta quella dell’obbligo a 16 anni che secondo Mariangela Bastico dovrà essere risolto con un biennio unitario all’uscita del primo ciclo di istruzione.
In quali tempi ? La viceministro fa capire che non si può aspettare troppo ma che non bisogna neppure avere fretta: “Non mi piace questo continuo richiamo ai 100 giorni. La scuola ha bisogno di tempi lunghi, in 100 giorni non si fa davvero nulla”.