Tali proposte di risoluzione concrete esistono già e convergono pienamente con analoghe proposte, dettate da accreditati uomini di cultura, liberi da pregiudizi e da esperti del mondo della scuola delle varie discipline, non ideologicamente orientati ai “fini” delle istituzioni.
La chiave innovativa di soluzione a tali emergenze risiede nell’adozione di un modello di intervento integrato ed interdisciplinare di facile applicabilità per modificare in modo sostanziale il trend negativo dei fallimentari tentativi, assunti dalle medesime Istituzioni, di arginare la molteplicità delle emergenze educative e sociali in modo monodirezionale per ogni singola tipologia di emergenza.
La profezia sull’inadeguatezza dei modelli e dei metodi esistenti e fin ora praticati si continua ad avverare ogni volta che le Istituzioni propongono lo stesso mantra: difendiamo e proteggiamo bambini, ragazzi, adolescenti (con mezzi e strumenti inidonei, aggiungo io) e praticano le stesse azioni: mettiamo al fuoco ancora e ancora fumo, senza anche l’arrosto! Dove l’arrosto ovviamente sta per una risoluzione radicale delle emergenze che può, per definirsi tale, risiedere soltanto nella FIIP che consenta ai bambini, ragazzi, adolescenti di difendersi da soli in piena autonomia e “consapevolezza”, come afferma e dichiara la ministra predicando bene e razzolando male!. Peccato che la consapevolezza invocata dalla ministra per affrontare, riconoscere e fronteggiare i pericoli della rete insieme a quelli del mondo reale, ma anche per distinguerne le opportunità e le risorse da parte dei bambini, ragazzi, adolescenti, sia e non possa essere altro che il risultato finale di un processo di maturazione della personalità considerata nella sua integrità ed integralità costitutiva che inizia fin dall’infanzia e che con i giusti metodi e procedure è possibile favorire, elevandone le potenzialità, incanalando le energie di ognuno nelle giuste direzioni.
La consapevolezza invocata dalla ministra è parte integrante di un percorso di crescita personale e di raggiunta maturità individuale, frutto della sinergia educativa e formativa: Scuola-Famiglia.
E che certo non si concretizza tout court con l’ascolto in classe di suggerimenti, raccomandazioni e prescrizioni, impartite dalle cattedre ad opera di poliziotti, esperti della rete, consulenti non qualificati o anche qualificati, in quanto in questo caso il fallimento è dello stesso genere, perché risiede nell’idea che sia possibile formare il Sé senza il Sé.
Mara Massai
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