Nel giorno dedicato alla Repubblica italiana nessuno si aspettava un attacco alla categoria docente da parte del Direttore de “Il Giornale”. La cosa ha infastidito, non poco, molti rappresentanti sindacali della categoria degli insegnanti. La Gilda Insegnanti della Sardegna, il cui Coordinatore regionale è Gianfranco Meloni, ha risposto al Direttore Sallusti in modo ironico ma deciso.
Sallusti nel suo editoriale del 2 giugno, si scaglia contro gli insegnanti, etichettati fin dal titolo come furbetti in cattedra che meritano la bocciatura.
La risposta migliore per Sallusti sarebbe la pubblicità di un noto farmaco per il controllo dell’incontinenza prostatica collocata accanto al suo editoriale.
Nelle parole del direttore si ravvisano, in effetti, le chiare tracce di un’incontinenza verbale e del pensiero, evidenti nella sproporzione tra l’accusa di viltà, rivolta a ottocentomila professionisti e il fatto, sotto gli occhi di tutti, che, in realtà, da fine febbraio, la maggior parte di loro ha trascorso 12 ore al giorno al computer per non chiudere la scuola, anche quando le scuole erano chiuse.
Questa dedizione spontanea degli insegnanti, che non ha guardato orari, contratti, diritti alla disconnessione, privacy e che è andata oltre le gravi carenze di mezzi provocate dalla decennale assenza dello Stato è la vera cifra di fondo del quadrimestre trascorso in “DAD”.
Dietro lo sproloquio di Sallusti contro i pretesi docenti antieroi vi è, piuttosto, il loro grave torto di essere l’unica forza sociale ancora sindacalmente organizzata in un mondo che ha quasi concluso la distruzione dei diritti dei lavoratori.
Forse un giorno, che piacerà a Sallusti, anche i docenti diventeranno definitivamente niente altro che rider dell’istruzione, baby parker alla mercé del mercato.
Quel giorno non è ancora arrivato e i docenti faranno di tutto perché non arrivi mai… se ne facciano una ragione i nemici della scuola pubblica statale.
I docenti resteranno fedeli alla Costituzione, che affida loro uno dei più importanti compiti repubblicani, quello di formare cittadini attivi.
Forse, allora, sarà proprio dalla scuola che risorgeranno i diritti di tutti gli altri.
Con buona pace di Sallusti e di chi, legittimamente, la pensa come lui.
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