Belgio, prof religione licenziata per il velo: i giudici la reintegrano
Indossare il velo islamico durante o dopo la propria lezione non è motivo di licenziamento. La sentenza, che potrebbe fare giurisprudenza, è stata emessa dal Consiglio di Stato belga che ha definito “abusiva” la decisione di due istituti scolastici fiamminghi di Bruxelles di licenziare un’insegnante di religione islamica perché continuava ad indossare il velo all’interno della scuola, anche una volta uscita dalla classe. Il suo licenziamento è stato così revocato. Creando un precedente importante. Soprattutto in un Paese dove alla fine del mese scorso quando una deputata musulmana ha fatto parlare di sé per aver prestato giuramento al Parlamento regionale di Bruxelles indossando proprio l’hijab.
Questi i fatti, invece, che hanno visto protagonista la docente precaria di religione: nell’anno scolastico 2005-2006 aveva ottenuto un contratto a tempo determinato per tenere corsi in due scuole primarie di Etterbeek e di Ixelles, due dei 19 comuni che formano la città di Bruxelles e che fanno parte della rete di insegnamento della Comunità fiamminga.
Più che la decisione di insegnare con il velo, alla donna era stato imputato il fatto di tenerlo anche una volta uscita dalla classe: una scelta che i gestori degli istituti hanno ritenuto in antitesi con i regolamenti scolastici. Da qui il licenziamento. Ma l’insegnante non si è arresa e il Consiglio di Stato le ha dato ragione. “Dal dossier – si legge nella sentenza – non emerge che il fatto di indossare il velo al di fuori della classe avrebbe un’influenza negativa sul modo in cui l’insegnante esercita il suo lavoro”. I giudici belgi hanno anche respinto l’accusa dei direttori delle due scuole secondo cui la docente di religione indossando il velo avrebbe anche non rispettato la “dichiarazione di neutralità dell’insegnamento comunitario”. Gli esperti di normativa scolastica ritengono questo secondo punto fondamentale ai fini della creazione di una nuova filosofia di accettazione di determinati usi, costumi e tradizioni: in Belgio, infatti, a differenza della vicina Francia, il principio della laicità non è sancito dalla legge. A sancire il principio ora però ci hanno pensato i giudici.