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Belgrado, migliaia di studenti protestano contro il governo: troppa corruzione

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March 15, 2025

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Migliaia di persone sono scese in piazza a Belgrado per sfilare in corteo verso il parlamento. Si tratta di una grande manifestazione antigovernativa organizzata dal movimento degli studenti e a cui aderiscono insegnanti, agricoltori, avvocati, operatori culturali. Presenti anche tanti cittadini, insofferenti e critici con la politica del governo serbo e del presidente Aleksandar Vucic. Dopo mesi di proteste contro la corruzione, questa manifestazione potrebbe essere la più grande degli ultimi decenni. Intanto nella capitale serba è stato sospeso il servizio del trasporto pubblico, per la presenza dei manifestanti e dei tanti raduni e cortei in corso.

Slogan del movimento è “la corruzione uccide”, mentre il servizio di sicurezza degli studenti si è posizionato per prevenire disordini, bloccando in particolare l’accesso al Parlamento e alla Presidenza, dove si trovano i sostenitori del governo. Per supportare gli studenti sono arrivati anche decine di agricoltori alla guida dei loro trattori. 

Tutto è iniziato dopo il crollo di una tettoia in una stazione ferroviaria che causò la morte di 15 persone, tra cui anche un bambino di sei anni. Per esprimere il dissenso contro “un sistema in cui la corruzione è la regola e la responsabilità è l’eccezione”, furono organizzati raduni e marce pacifiche guidate dagli studenti e il presidente Vucic accusato non solo di corruzione, ma anche di imprimere al paese una svolta autoritaria. Da qui pure le occupazioni delle università. La protesta è stata chiamata “Editto studentesco” a richiamare lo storico Editto di Milano.

Quattro sarebbero le richieste degli studenti nel loro editto: “la pubblicazione dei documenti riguardanti la ristrutturazione della stazione ferroviaria, la denuncia e il processo per tutti coloro che hanno attaccato gli studenti e i professori durante le manifestazioni e il loro licenziamento se si dovesse trattare di funzionari pubblici, la fine dei procedimenti a carico degli studenti arrestati durante le marce e un aumento del 20 per cento del bilancio per l’istruzione superiore”.