Ben venga un cambiamento!

Sono un’insegnante di scuola primaria ma ho anche lavorato come precaria per 12 anni nella scuola media.

Dalla Sicilia mi sono trasferita in Toscana e non voglio annoiarla raccontando preconcetti, pregiudizi, campagne denigratorie sul Sud e i suoi insegnanti e nonnismo nelle scuole.

Mi rendo conto che molti insegnanti sono politicizzati e cedono a forme clientelari di vario genere.

La scuola pubblica però non ha un colore politico e gli insegnanti hanno il dovere di svolgere il proprio lavoro nel rispetto della Costituzione Italiana.

Ben venga un cambiamento, costruttivo e che riporti la scuola ad essere AGENZIA EDUCATIVA, credo però che molti docenti sono restii perchè individualisti, presuntuosi ed arroganti, per questi l’insegnamento deve essere svolto come avveniva cinquant’anni fa.

La società è cambiata e i nuovi mezzi di comunicazione impongono l’aggiornamento degli insegnanti ed è inaccettabile non usare il tablet, la LIM o il registro elettronico.

Mi è stata data la possibilità di vedere alcune scuole del Nord Europa con il progetto Comenius e noi in Italia siamo lontani anni luce.

Una considerazione va fatta per la valutazione nella scuola primaria e media, io abolirei i voti perchè il bambino deve saper essere e saper fare; perché non realizzare alla fine del primo ciclo d’istruzione obbligatoria una valutazione oggettiva fatta da enti esterni che valutino le competenze e quindi i suoi punti forza?

Non ha alcun significato dare un voto alla lettura perchè il bambino deve imparare a leggere.

Occorre migliorare anche l’ambiente d’apprendimento:non si devono immettere nelle classi bambini che non parlano l’italiano, perché quindi non organizzare corsi d’italiano per bambini stranieri come accade in altre scuole europee dove viene richiesta la conoscenza della lingua orale e a volte anche scritta se adolescenti?

Per quanto riguarda il comitato di valutazione degli insegnanti è impensabile inserire i genitori perchè ciò non facilità la distruzione di alcune pratiche a volte in uso come il favoritismo, il clientelismo ecc. peraltro un medico non verrà mai valutato da due pazienti, nè un politico da due elettori.

Mi chiedo perché non valutare l’operato di un preside in base alle competenze raggiunte dagli alunni e non come accade oggi sul numero degli utenti della scuola?

Un’ultima considerazione riguarda lo stipendio, siamo i più poveri d’Europa e non abbiamo nessun potere d’acquisto riusciamo a malapena a sopravvivere, non credo che un politico o un giovane ministro con una laurea e trent’anni di servizio percepiscono 1.300 euro.

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