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Benedetto Vertecchi rivaluta il portfolio

Il sistema di valutazione non può riguardare solo i livelli di apprendimento e il profitto degli alunni; ci sono anche altri elementi da considerare e su fenomeni come il bullismo o la droga in classe la scuola deve intervenire facendo molta prevenzione: è questo in sintesi il pensiero di Benedetto Vertecchi, pedagogista e docimologo, presidente dell’Invalsi all’epoca dei inistri Berlinguer e De Mauro, caduto in disgrazia nel periodo morattiano in quanto poco favorevole alla riforma della scuola voluta dal Governo di centro-destra.
Nel corso di una intervista rilasciata ad un importante quotidiano nazionale, Vertecchi ha anche aggiunto che agli insegnanti vanno dati strumenti  adeguati fornendo perlomeno elementi su cui lavorare.
Per esempio i docenti dovrebbero sapere “quanta tv vede uno studente, che cosa fa nel tempo libero, quali interessi ha, se li ha”.
“E’ da questo – ha detto ancora Vertecchi – che dipendono gli stili cognitivi che poi diventano fattore determinante del successo o dell’insuccesso”
“E invece – ha rimarcato poi il pedagogista – in nome della privacy alle scuole abbiamo legato le mani”.
In realtà la riforma del ministro Moratti aveva tentato di fornire agli insegnanti uno strumento di lavoro da utilizzare allo scopo: il portfolio doveva proprio servire anche per raccogliere informazioni relative agli interessi extra-scolastici degli alunni.
Il portfolio ha avuto però ben poco successo anche a causa della forte opposizione sviluppatasi nelle scuole.
La sortita di Benedetto Vertecchi suona quasi come un “via libera” per il ripristino del portfolio; bisogna però vedere se questa volta sindacati e pedagogisti attestati su posizioni di centro-sinistra vorranno nuovamente sostenere la protesta delle scuole o se, al contrario, tenteranno di svolgere una funzione di mediazione.
Reginaldo Palermo

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