E’ stato presentato giovedì 10 ottobre a Milano l’esito di un importate lavoro di ricerca, discussione, collaborazione realizzato a Milano entro Patto educativo digitale.
Si tratta del documento intitolato “Raccomandazioni di Milano per il benessere e la sicurezza digitale di bambini/e e pre-adolescenti”
Come scrive il Corriere della sera il vademecum per le famiglie è “frutto di un lavoro scientifico di due anni, che ha coinvolto esperti in vari ambiti e ascoltato l’opinione di circa 15 mila persone, tra genitori, insegnanti e ragazzi milanesi. Una città dove il 63,4 per cento dei piccoli naviga autonomamente in rete e anche senza supervisione già dalla terza elementare e quando sono alle medie si arriva al 99 per cento. E dove il cellulare «privato» viene regalato ai bambini tra la quarta e la prima media. Ma in cui i ragazzi stessi, intervistati, sono consapevoli di aver bisogno di una guida”.
Il vademecum è stato redatto da Marco Gui, Marina Picca e Marianna Sala e promosso da Comune di Milano, Università Bicocca, Ufficio Scolastico Territoriale di Milano, Ats Milano Città Metropolitana, Corecom Lombardia, Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP) e il movimento «Aspettando lo smartphone» ed è stato sviluppato nell’ambito dell’ecosistema MUSA – Multilayered Urban Sustainability Action (PNRR).
La presentazione di Anna Scavuzzo, vicesindaca di Milano
Nell’introduzione al documento la vicesindaca di Milano, Anna Scavuzzo, scrive che sono state ”quasi 15 mila le persone coinvolte dal 2022 a oggi in una riflessione collettiva e condivisa sul rapporto tra educazione, salute e digitale: genitori, docenti, esperti, bambine e bambini, ragazze e ragazzi che hanno condiviso con il tavolo di lavoro conoscenze, professionalità, istanze, preoccupazioni e domande. Da questo lungo e arricchente percorso è nato il documento che testimonia l’impegno di tutti e di ciascuno a contribuire ad una riflessione quanto mai necessaria sul rapporto tra educazione e digitale, in un mondo in cui sono tanti e diversi i dispositivi diventati parte integrante delle nostre vite, così come di quelle di bambini e ragazzi che spesso sono più capaci e disinvolti di noi a destreggiarsi con strumenti e piattaforme”.
Le otto raccomandazioni del vademecum
Presentiamo qui in sintesi le 8 raccomandazioni contenute nel vademecum rinviando al testo integrale ogni ulteriore approfondimento (link al documento). Si tratta di prese di posizione ed indicazioni estremamente interessanti che toccano questioni e temi di cui si sta discutendo da anni e che interpellano direttamente la scuola.
Una buona educazione digitale dei bambini discende dalla consapevolezza degli adulti. In particolare, i più grandi dovrebbero essere consapevoli di:
i) i rischi dell’uso non equilibrato e non adatto all’età da parte dei più piccoli e comportamenti di cautela da adottare per proteggerli;
ii) le responsabilità e doveri genitoriali rispetto alla supervisione e all’accompagnamento, comprese le norme già esistenti da rispettare;
iii) le modalità d’uso sicure e significative adatte alle diverse fasce d’età; iv) il funzionamento dei modelli di business presenti su Internet che cercano di massimizzare la permanenza degli utenti davanti allo schermo;
v) l’interferenza del tempo trascorso davanti allo schermo da parte degli adulti con le opportunità di attenzione, conversazione e confronto tra genitori e figli sin dalle prime epoche di vita;
vi) il rispetto della privacy dei minorenni online da parte degli adulti. Inoltre, affrontare la responsabilità educativa rispetto all’uso dei media digitali dei più piccoli è un’occasione per gli adulti per ripensare al proprio rapporto con gli schermi e all’esempio che forniscono. Sebbene sia particolarmente urgente riflettere sul rapporto tra mondo digitale e soggetti in formazione, è bene non dimenticare che l’uso dei media da parte degli adulti è spesso estremamente carente in termini di competenze digitali critiche.
Avere una connessione in casa e poterne fare esperienza con gli adulti per utilizzi significativi può essere una risorsa per lo sviluppo di un/a bambino/a. Nello stesso tempo, la navigazione autonoma e senza limiti può essere un ostacolo a uno sviluppo sano ed equilibrato. Entrambe queste dimensioni, quando carenti nel primo caso o senza controllo nel secondo, possono essere causa di povertà educativa.
E’ importante che i genitori, specie nei primi anni di vita dei/lle bambini/e, seguano le indicazioni delle società pediatriche sia sulla gestione del tempo-schermo che sulle attività di sviluppo psico- motorio fondamentali nelle diverse fasce d’età. Fare riferimento a queste indicazioni aiuterà i genitori a non sopravvalutare o sottovalutare i rischi.
Alla luce della ricerca scientifica disponibile, delle testimonianze degli esperti e delle leggi/normative attualmente vigenti, il possesso di uno smartphone personale con connessione libera a Internet è fortemente sconsigliato sia nel periodo della scuola primaria che in quello della secondaria di I grado.
E’ importante bilanciare il tempo-schermo complessivo e lo spazio dedicato ad attività motorie e alle relazioni in presenza, che devono sempre essere privilegiate.
Occorre sostenere le famiglie nel trovare adeguate alternative all’utilizzo degli schermi (attività ricreative, sportive, culturali ecc.), in modo che il loro uso avvenga nell’ambito di un equilibrio tra attività in presenza fisica e attività mediate dalle tecnologie digitali. Da questo punto di vista, è importante valorizzare e sfruttare al meglio l’offerta esistente di attività per i minori presente in città.
E’ molto importante che bambini/e possano sviluppare adeguate competenze digitali, come auspicato sia a livello nazionale che europeo. Questo tipo di competenze non si sviluppa attraverso un uso passivo e non controllato della rete con strumenti connessi gestiti in autonomia dai bambini/e (ad es. visione di video brevi, social media, videogiochi commerciali). Esse si sviluppano invece sia attraverso attività significative online guidate dagli adulti sia sostenendo l’alfabetizzazione (prima fra tutte la capacità di lettura, anche su carta).
Concordemente a quanto detto nel punto 2, i compiti a casa svolti su Internet possono arricchire la didattica ma possono anche diventare un ostacolo alla concentrazione e al buon uso del tempo, oltre che un problema di gestione per i genitori. La consegna di compiti a casa online, alla scuola primaria e secondaria di I grado, apre un rilevante problema in quanto obbliga le famiglie a scegliere tra due opzioni entrambe problematiche: i) concedere a bambini/e e ragazzi/e un costante accesso a Internet in autonomia; ii) supervisionare costantemente le loro attività.
8. COLLABORAZIONE TRA MONDO EDUCATIVO, SANITARIO E SOCIALE
Un buon rapporto tra bambini/e tecnologie digitali è un problema educativo ma anche di salute pubblica. Pertanto, è molto importante che messaggi convergenti siano veicolati sia dalle figure educative, sia da quelle sanitarie e di supporto psicologico (prime fra tutte quelle del pediatra di famiglia e del medico di medicina generale).
Anche altre figure sono invitate a veicolare una educazione digitale collettivamente costruita, in particolare società e associazioni sportive e culturali, oratori, ma anche esercenti e operatori commerciali.
Per chi desidera prendere visione di tutto il processo partecipativo che ha portato alla elaborazione del vademecum è possibile accedere alla piattaforma PartecipaMI al link https://www.partecipami.it/infodiscs/index/66
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