L’assenza dalla classe e dunque dai compagni, dai docenti e dallo stesso ambiente scolastico comincia a pesare, cosicché molti temono che uno stop troppo lungo potrebbe comportare danni per i ragazzi, anche pesanti.
A sostenerlo, attraverso una intervista al Messaggero, l’ex ministro Luigi Berlinguer che chiarisce: «Stiamo facendo tutti un grande sforzo, ma dobbiamo cercare di non far pagare uno scotto troppo elevato ai più giovani. Fermo restando che le misure adottate per il virus sembrano severe ma sono assolutamente corrette e vanno rispettate, bisognerà occuparsi anche dei nostri giovani».
E aggiunge: «Le autorità scolastiche devono valutare il giusto equilibrio tra l’aspetto legato alla malattia e al contagio e quello che attiene invece alla mancanza di istruzione, che viene da questa loro forzata assenza dall’attività scolastica. Serve uno sforzo da parte di tutti», non escludendo, sostiene l’ex ministro,« che si debba portare avanti il periodo scolastico. Non restiamo schematici».
In altri termini, spiega, «L’alunno deve conservare il ritmo del proprio apprendimento. Una lunga assenza dai banchi è nociva, senza che i banchi siano visti come costrizione. Devono avere un aiuto per poi proseguire da soli. Dobbiamo favorire la concentrazione dei ragazzi, un aspetto che a causa di uno stop troppo lungo potrebbe venire a mancare. Per bambini e i ragazzi è importante la “compagnia” dello studio, è importante che sia costante, che non venga interrotta tanto a lungo».
Per questo, secondo Berlinguer, serve rientrare a scuola dopo questa pausa forzata anche per «un periodo breve, anche due settimane per permettere ai docenti di riprendere il filo del discorso affinché l’apprendimento vada poi avanti. Un lungo periodo di mancato esercizio della mente è un danno, proprio come avviene con l’esercizio del fisico. Se stiamo seduti un mese senza muoverci si rovina il fisico? Accade altrettanto per la mente».
«Ma credo sia importante rivedere il calendario per rimettere gli alunni di fronte ai libro in modo organizzato, non in base ad un’iniziativa libera», mentre la classe virtuale non potrà mai sostituire quella reale perché, «A scuola si sta insieme, la socializzazione fa crescere l’essere umano con cultura civica e il rispetto degli altri. La classe, per i ragazzi, rappresenta certo il luogo dell’impegno ma anche quello della gioia di stare insieme agli altri».
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