Sulla mozione presentata lo scorso mese alla Camera dal leghista Cota in materia di “accesso degli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo”, il presidente del Consiglio Berlusconi ha detto che si tratta di una “scelta di buon senso, una cosa logica e doverosa”.
Le classi-ponte per i bambini immigrati, quindi, “non sono discriminatorie” perché “una insufficiente conoscenza della lingua italiana fa sì che questi bambini abbiano percentuali di insuccesso superiore agli alunni italiani”. Il premier ha sottolineato che il numero di alunni stranieri in Italia “è in costante aumento, siamo al 5,6 per cento” e che questi alunni non sapendo l’italiano non possono seguire le lezioni del maestro. Le classi “non sono separate, ma semplicemente tese a dedicare molto tempo all’insegnamento della nostra lingua agli alunni stranieri”, precisa Berlusconi, che è tornato a difendere anche il decreto Gelmini.
Le dichiarazioni del capo del Governo vengono subito raccolte dal capogruppo della Lega Roberto Cota che afferma: “anche alla luce di quanto dichiarato dal presidente Berlusconi siamo certi che il ministro Gelmini darà attuazione alla nostra proposta che esprime la volontà di tutta la maggioranza”. I leghisti ritengono che la mozione debba essere trasformata in disegno di legge.
L’opposizione parlamentare esprime dure critiche. Per il Pd, il “ministro ombra” dell’istruzione Mariapia Garavaglia evidenzia che “separare i bambini è discriminatorio mentre bisognerebbe pensare a rafforzare il grado di alfabetizzazione e l’accrescimento scolastico”. Posizione condivisa anche dall’Italia dei valori. Luisa Capitanio Santolini dell’Udc sottolinea che “le classi-ponte sono estranee alle cultura e alla tradizione italiana”.
Ma giudizi negativi vengono anche da ambienti non politici: il presidente delle Acli, Andrea Olivero, è categorico: “è un no di fatto e di principio; ricordo che le classi-ponte vennero sperimentate in Germania dai nostri connazionali, che ancora ne vivono l´onta nella loro memoria”. Il settimanale cattolico “Famiglia cristiana” nel numero in edicola scrive contro le “classi-ghetto” e appoggia il disegno di legge di due parlamentari del Pd, Albertina Soliani e Sandra Zampa, le quali affermano: “per esperienza sappiamo che l’italiano, come tutte le lingue, si impara prima se mettiamo i ragazzi stranieri a contatto con gli italiani fin da piccoli. Per i bambini bastano pochi mesi”.
Mimmo Pantaleo, segretario delle Flc-Cgil, definisce “inaccettabili” le dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulle classi-ponte. “La logica con la quale si intende istituirle è esattamente opposta a quella dell’integrazione che comincia proprio dalla scuola”, prosegue Pantaleo, che mette in rilievo: “viene rifiutata l’idea della multiculturalità aperta ad ogni diversità. In questo modo si calpestano i diritti delle bambine e dei bambini stranieri ad avere le stesse opportunità d’apprendimento dei loro amici italiani. Se si discrimina nella scuola sarà così nella società”.
Nel comunicato diffuso dalla Flc-Cgil si legge: “come non riflettere sul fatto che quelle dichiarazioni possono ulteriormente incentivare le spinte xenofobe e razziste”. Peraltro, “quei bambini non impareranno nemmeno la lingua italiana perché non potranno dialogare con gli altri”.
Nel comunicato diffuso dalla Flc-Cgil si legge: “come non riflettere sul fatto che quelle dichiarazioni possono ulteriormente incentivare le spinte xenofobe e razziste”. Peraltro, “quei bambini non impareranno nemmeno la lingua italiana perché non potranno dialogare con gli altri”.
“E’ un fatto ancora più vergognoso – conclude il segretario della Flc – che quelle esternazioni sono state fatte in occasione della celebrazione della giornata dell’infanzia”.