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Berlusconi sulle paritarie: i tagli sono una svista colpevole

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Il taglio dei fondi destinati agli istituti paritari voluto dal Governo scatena la protesta delle associazioni di parte e di una fetta politica capitanata dall’Udc: proteste che aprono una breccia e fanno cambiare idea al Presidente del Consiglio che promette di trovare una soluzione alternativa. Una soluzione in extremis che non troverà di certo i consensi di sindacati, in particolare della Flc-Cgil, da sempre schierata contro questo tipo di operazioni considerate anti-costituzionali, e della sinistra parlamentare ed extraparlamentare. Va infatti considerato che a beneficiare della “retromarcia” del Governo saranno soprattutto le scuole private di stampo cattolico, a cui non verrebbero più sottratti quasi 135 milioni di euro di finanziamenti.
Nei giorni passati il pressing verso gli attuatori della Finanziaria è stato notevole. Soprattutto sul versante politico. “Il Governo Berlusconi oltre che tagliare le risorse alle scuole paritarie dimentica che il primo valore di una società civile è la libertà di scelta educativa delle famiglie e che la parità scolastica è un diritto giuridico e costituzionale”, aveva ad esempio fatto sapere Gianpiero D’Alia, Presidente del gruppo Udc-Svp e Autonomie al Senato. “Le scuole paritarie – aveva dichiarato sempre D’Alia – costituiscono un patrimonio per lo Stato e per le famiglie italiane che il Governo sta velocemente dilapidando. E’, infatti, provato che le scuole paritarie costituiscono un risparmio complessivo per lo Stato di oltre sei miliardi di euro”. “Abbiamo presentato al Senato – conclude D’Alia – una mozione per promuovere e sostenere le famiglie italiane, la parità scolastica, il pluralismo educativo e culturale: ci auguriamo che il Governo e la sua maggioranza sostengano questa ennesima e costruttiva iniziativa parlamentare dell’Udc”.
Non si fa attendere la replica del Premier, Silvio Berlusconi, che nel condannare “tagli eccessivi” e “privilegi, sprechi e baronati nelle Università” trova anche il modo di commentare le riduzioni di fondi destinate alla scuole paritarie: “C’è chi dice che vogliamo privatizzare tutto – ha detto il Presidente del Consiglio -, ma non è assolutamente vero e lo dimostra il fatto che ci sono 134 milioni di tagli alle scuole cattoliche a cui cercheremo di porre rimedio”. Per Berlusconi il provvedimento costituisce addirittura una svista colpevole”.
Le parole del Premier hanno immediatamente sollevato delle polemiche. Delle critiche sono piovute anche da parte di coloro che chiedevano espressamente questo tipo di soluzione. Dura Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, “A furia di ‘sviste colpevoli’ il governo sta massacrando l’istruzione italiana. E’ paradossale che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ed il ministro alla Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, prendano consapevolezza dei propri provvedimenti a distanza di diverse settimane dalla loro approvazione e solo dopo che qualcuno gliene ricorda i contenuti manifestando contrarietà. Ancora più paradossale – ha concluso Ghizzoni – dal momento che la scusa addotta è sostanzialmente sempre la stessa: la svista”.
Savino Pezzotta, ex segretario generale Cisl e ora dell’Unione di Centro, si è invece augurato che “dopo la presa di coscienza” di Berlusconi, il Presidente del Consiglio “ponga rimedio a questo e altri svarioni, condividendo le scelte con il Parlamento: più occhi vedono meglio di pochi. L’Unione di Centro – ha continuato Pezzotta – ha più volte denunciato i tagli indiscriminati alle scuole paritarie: oggi finalmente anche Berlusconi si è accorto del problema, come se la Finanziaria l’avesse fatta un altro Governo”.

Ma c’è dell’altro: la nuova posizione del Premier, che fa il paio con l’importante emendamento al decreto sul dimensionamento, darà ora probabilmente ulteriori stimoli a tutti coloro – in primis docenti, studenti, famiglie, associazioni, sindacati – che da due mesi si sono mobilitati e sono in lotta per ridurre la portata dei tagli ed eliminare discussi provvedimenti. Il ragionamento è chiaro: come si è tornati su queste due decisioni, già approvate nero su bianco dal Parlamento, anche maestro unico e riduzione generalizzata dell’offerta formativa settimanale potranno essere rivisti.