Categorie: Politica scolastica

Bernocchi (Cobas): “Quello del 10 ottobre sarà un grande sciopero”

 

A Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, abbiamo posto alcune domande sullo sciopero del 10 ottobre e sull’intero “Piano Renzi”.

Tecnica della Scuola
Per il 10 ottobre i Cobas proclamano uno sciopero del comparto. Non temete che scioperi “solitari” allontanino sempre di più l’ipotesi di iniziative unitarie con altri soggetti? 

Bernocchi
Sciopero “solitario”? Ma il 10 ottobre le organizzazioni e i collettivi studenteschi hanno indetto lo sciopero nazionale e saranno in piazza in un centinaio di città decine (e forse centinaia) di migliaia di studenti per “votare NO” sul Piano Scuola (a parte la promessa di assunzione dei 150 mila precari) nella consultazione che Renzi dice di voler fare tra i protagonisti dell’istruzione. E noi, con lo sciopero dei lavoratori/trici, rafforzeremo questa mobilitazione, manifestando insieme. In quanto all’unità con gli altri sindacati che contano, la gran parte di essi è d’accordo con il Piano che è un riassunto di tutte le peggiori proposte del centrosinistra dell’ultimo ventennio. E chi chiede l’unità, dovrebbe sapere che, come nella vita quotidiana, anche in materia sindacale la si fa se si è d’accordo sugli obiettivi, non se si pensano cose opposte.

TdS
Pensate che in questa circostanza ci possa essere un avvicinamento

almeno con la Flc o con una parte di essa?

Bernocchi
La Cgil si è espressa in modo altamente contraddittorio, ha detto “molto va bene, qualcosa no” e poi ha aggiunto: il 10 ottobre manifesteremo con gli studenti. Bene. Ma per essere in piazza, a meno di non volerci portare solo i pensionati, bisogna scioperare. Dunque, ci auguriamo che molti docenti ed Ata della Cgil scioperino e manifestino con noi, ma l’appello lo facciamo a tutti i lavoratori/trici, nonché ai genitori e alle associazioni affinché convergano nella protesta. E sarebbe buona cosa se anche la Gilda, che non mi pare entusiasta del Piano, confluisse nella mobilitazione.

 

TdS
Dalle avvisaglie di questi giorni c’è la possibilità che quello del 10 ottobre si trasformi in uno sciopero di tutto il pubblico impiego. Non c’è il rischio che, in tal caso, le esigenze della scuola “anneghino” nel mare magnum generale?

Bernocchi
Oltre alla scuola l’intero Pubblico Impiego ha tutti i motivi per scioperare, a partire dall’intollerabile proroga del blocco contrattuale per lavoratori/trici che hanno perso circa il 30% del proprio salario. I Cobas del PI sciopereranno a novembre, in coincidenza con la discussione parlamentare sulla Finanziaria e sul massacro annunciato nella PA. Ma i tempi potrebbero essere anticipati se i sindacati principali del PI intendessero davvero scioperare. Non mi pare che al momento ci sia intenzione di farlo il 10 ottobre, ma comunque, tenendo conto che obiettivi come la fine del blocco contrattuale sono comuni e della grande visibilità che la scuola avrà nelle piazze, a mio parere non ci sono rischi di “annegamento” degli obiettivi.

TdS
Parliamo del Piano Renzi e del punto che quasi certamente vi sta più a cuore, l’assunzione di 150mila precari.  Si tratta di una promessa “credibile”?

Bernocchi
Se realizzata davvero, l’operazione sarebbe la compensazione doverosa per tanti anni di discriminazioni verso una moltitudine di docenti ed Ata e una risposta positiva a tante lotte dei precari e dei Cobas. Ma per essere credibile, la proposta deve essere approvata da un CdM, con la conseguente immissione dei miliardi annui necessari nella Finanziaria. Tra gli obiettivi dello sciopero del 10 c’è ovviamente innanzitutto questo punto. Ma nel contempo guai a fingere di non vedere che il Piano prevede l’espulsione di molte decine di migliaia di precari che spesso hanno altrettanti anni di lavoro di quelli delle GAE. Anche essi meritano l’assunzione e non la beffa di un ulteriore concorso e la perdita persino delle supplenze. E questo sarà un altro punto cruciale dello sciopero, come il netto NO al resto del Piano, al blocco dei contratti e alla cancellazione degli scatti di anzianità, alle assunzioni dirette da parte dei presidi-manager e al potere assoluto che si vuole loro attribuire, ai quiz Invalsi su cui valutare il presunto “merito”, al Registro personale, agli scatti (peraltro miseri) solo al 66% del personale, agli “innovatori naturali” e al docente “mentor”, all’obbligo dell’apprendistato in azienda

TdS
Ma qual è la vostra proposta alternativa?

Bernocchi
E’ presto detto: vogliamo massicci investimenti nella scuola pubblica, un aumento di 300 euro netti mensili per docenti ed Ata, come parziale recupero per quanto perso in questi anni, oltre che l’immediato pensionamento dei Quota 96.

 

 

Reginaldo Palermo

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