A pochi giorni dalla consultazione sulla leadership del contro-sinistra, attraverso le primarie, il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, torna a parlare di scuola. E lo fa chiedendo alle forze che governano e governeranno il Paese di averne maggiore rispetto.
“Non è pensabile che ogni sei mesi si dia uno schiaffo alla scuola, non si può ragionare solo in termini di risorse”, ha detto Bersano nel corso di un incontro elettorale tenuto a Belluno.
“Non soltanto – ha proseguito – perchè della scuola avremo bisogno domani per ottenere maggiore competitività, ma per un aspetto più grave. Oggi – ha spiegato – tutti, bambini compresi, siamo subissati di informazione, ma informazione non è conoscenza. E gli scaffali dove posare l’informazione e farla diventare conoscenza li possono costruire solo gli insegnanti”.
“Bisogna fare un discorso di impianto sulla scuola, sull’università e sulla ricerca, quasi costituente. Non possiamo – ha ribadito Bersani – ogni sei mesi dare instabilità al sistema”.
“Non soltanto – ha proseguito – perchè della scuola avremo bisogno domani per ottenere maggiore competitività, ma per un aspetto più grave. Oggi – ha spiegato – tutti, bambini compresi, siamo subissati di informazione, ma informazione non è conoscenza. E gli scaffali dove posare l’informazione e farla diventare conoscenza li possono costruire solo gli insegnanti”.
“Bisogna fare un discorso di impianto sulla scuola, sull’università e sulla ricerca, quasi costituente. Non possiamo – ha ribadito Bersani – ogni sei mesi dare instabilità al sistema”.
Il messaggio è arrivato. Resta da ora da capire cosa farà Bersani se dovesse vincere le primarie e assumere un ruolo centrale (forse addirittura il premier) nel nuovo Governo. Noi ci stiamo “appuntando” le dichiarazioni di questi giorni. Pronti a tirarli fuori qualora anche i votanti dovessero dare ragione ai sondaggi. Che danno proprio Bersani, assieme a Renzi, in testa ai gradimenti.