E poi continua: ”Nessuna ragazza, nessun ragazzo dovrà più crescere nel nostro paese pensando che subirà un diverso trattamento a causa del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere. Questo e’ l’impegno che tutti dobbiamo assumere in occasione del 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’Omofobia istituita nel 2007 dal Parlamento europeo”.
“La vita di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali nel mondo e’ ancora molto pesante: in molti paesi l’omosessualità è punita dalla legge, in alcuni casi con la pena di morte e in questi giorni l’opinione pubblica internazionale è attonita di fronte alla sentenza di condanna a morte di quattro ragazzi in quanto omosessuali in Iran: uniamo la nostra voce a chi chiede al governo iraniano di fermarsi. Ma anche in Italia non mancano situazioni di grande difficoltà.”
“Il Parlamento ora deve fare la sua parte per allineare l’Italia agli altri paesi europei nella promozione di uguali diritti e pari dignità per tutti. Serve una buona legge contro l’omofobia. E’questo il compito che tocca al Parlamento italiano. Solo perseguendo i valori fondamentali di libertà e uguaglianza, e rendendoli concreti ed esigibili in forza della legge, potremo sconfiggere davvero le discriminazioni”.
Secondo alcuni dati, che l’Istat presenta oggi a Montecitorio in occasione della “Giornata contro l’omofobia”, la maggioranza degli italiani, pari al 62,8%, è favorevole alle unioni di fatto e il 43,9% ai matrimoni gay. Contrario invece alle adozioni a coppie omosessuali è il 20% degli italiani.
E ancora, il 40,3% degli omosessuali/bisessuali ha dichiarato di essere stato discriminato nel corso della vita, almeno in un ambito tra quelli considerati, e cioe’ mentre era a scuola-universita’, mentre cercava lavoro o mentre lavorava, a fronte di una percentuale del 27,9% rilevata tra gli eterosessuali.
La discriminazione si e’ espressa nel 24% dei casi a scuola o all’universita’, nel 29,5% nel corso di una ricerca di lavoro, nel 22,1% sul lavoro; le percentuali relative agli eterosessuali sono, rispettivamente, pari a 14,2%, 31,3% e 12,7%.
L’omosessualita’/bisessualita’ è la ragione anche delle discriminazioni subite dal 10,2% di coloro che hanno cercato una casa, dal 14,3% nei rapporti con i vicini, dal 10,2% che è stato discriminato nel rivolgersi ad un servizio sanitario, da un medico, un infermiere o da altro personale sanitario e dal 12,4% discriminato in locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto.
Il dato appare elevato ed e’ coerente con quello che indica che oltre il 13% si e’ dovuto trasferire in un’altra zona o in un altro comune per poter vivere più tranquillamente la propria omosessualità-bisessualità.
Tra quanti non l’hanno fatto, il 19,6% ha comunque pensato di farlo.
Complessivamente, se si considerano tutti i diversi ambiti in cui la discriminazione puo’ avere luogo, il 53,7% dei rispondenti omosessuali/bisessuali e’ stato discriminato nel corso della propria vita in almeno uno dei contesti analizzati
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