Si chiama Betsy DeVos, un nome che oltreoceano dice tanto ma che in Italia non ha la stessa notorietà. Ha 59 anni e i giornali americani prima di presentarla sottolineano che “she is a billionaire”.
Convinta sostenitrice delle scuole private e sposata a Dick legato alla teoria creazionista e anche lui miliardario, Betsy una volta affermò che “la sua battaglia per dare alle famiglie la possibilità di scegliere per i propri figli fra scuola pubblica e privata era ispirata dall’idea di far avanzare il regno di Dio”.
Nell’America di Trump, la DeVos è ad un passo dalla nomina a “secretary of education” ovvero dall’assunzione dell’incarico di ministro dell’Istruzione Pubblica. In un recente passato, la miliardaria che insieme al marito è al top della lista dei finanziatori del Partito Repubblicano, ha tentato invano di dare seguito all’idea di offrire un contributo pubblico a chi decide di mandare il proprio figlio in una scuola privata mentre è riuscita a favorire il consolidarsi delle charter school, scuole private che godono di finanziamenti dello Stato grazie ai quali gli studenti non pagano alcun contributo ed entrano per sorteggio. Un’iniziativa che si è rivelata buona, nel senso che le charter school in molti stati hanno funzionato meglio della scuola pubblica, ma non in Michigan, patria di Betsy DeVos.
Il congresso dovrà adesso approvare la nomina di Betsy e non sono pochi i senatori che hanno potuto godere di finanziamenti della DeVos.
Diceva Longanesi: “La carne in scatola americana la mangio, ma le ideologie che l’accompagnano le lascio sul piatto”.