La senatrice Bianca Granato (M5S) coglie l’occasione della ricorrenza del 1° maggio per ribadire la sua posizione che già aveva provocato polemiche a non finire.
In questa fase – afferma Granato – “l’unico capitale che merita di essere salvato è quello umano, rispetto al quale null’altro ha senso”.
“Ecco perché – aggiunge subito – io difendo con tutte le mie forze il ruolo della scuola statale pubblica e la centralità della professione docente nell’architettura costituzionale della nostra Repubblica. Un’istruzione gratuita di qualità è il presupposto fondamentale per superare e cancellare ogni forma di sfruttamento”.
E poi l’affondo verso coloro che oggi stanno sostenendo la proposta delle immissioni in ruolo mediante concorsi per soli titoli: “Chi vuole abbassare la qualità degli insegnanti lavora esattamente nell’ottica neoliberista, lavora con l’obiettivo di cancellare il diritto alla mobilità sociale degli ultimi, di creare manodopera a basso costo per il mercato”.
Con una sola battuta, insomma, la senatrice affibbia l’etichetta di “neoliberisti” a forze politiche e sindacali che appaiono per la verità molto distanti fra di loro, dalla Lega a LEU, passando dal PD e dagli stessi sindacati (senza fare grandi distinzioni fra la Flc di Sinopoli e lo Snals di Elvira Serafini).
Dalle reprimenda della senatrice del M5S resta quindi curiosamente fuori Italia Viva di Renzi che, perlomeno su questo punto, sembra avere una posizione molto vicina a quella della ministra Azzolina.
Ma, per capire meglio quale sarà la “geografia” delle diverse posizioni, bisogna aspettare che alla Commissione Cultura del Senato si apra il dibattito sulla legge di conversione del decreto 22 e sugli emendamenti presentati in particolare da PD, Leu e Lega proprio sul problema dei concorsi per soli titoli.
E intanto Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva nella Commissione Cultura della Camera, fa sapere che “la scuola è fatta per i ragazzi quindi per puntare alla qualità deve prevedere selezioni vere”.
“Selezione – aggiunge ancora Toccafondi – è la parola d’ordine per insegnare a scuola. E per raggiungere questo obiettivo ci vuole il concorso; se il Ministero dice che il concorso come previsto dal decreto legge 126 si può fare, per noi va bene, altrimenti siamo aperti ad altre soluzioni ma assolutamente contrari a sanatorie”.
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