Tra fondi del Recovery plan e strutturali, alle scuole italiane arriveranno oltre 22 miliardi di euro: ad annunciarlo è stato il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi durante l’Assemblea annuale dell’Anci a Parma.
“Abbiamo la possibilità – ha spiegato il numero uno del dicastero dell’Istruzione – di avere per la prima volta, dopo tanti anni, un robusto investimento in scuola ed educazione”.
Le cifre in arrivo, tra il 2021 e i successivi tre-quattro anni, sono considerevoli: “per la sola scuola, senza università e ricerca, sono 18,5 miliardi del Pnrr a cui dobbiamo aggiungere anche i fondi strutturali, che abbiamo rinegoziato, che sono passati da 2,7 miliardi a 3,8 miliardi, più Fsc (Fondo di sviluppo e coesione n.d.r.) che finora non c’era stato per l’istruzione”.
Bianchi ha anche annunciato come verranno ripartiti i finanziamenti: “Sui 18,5 miliardi 13 sono per rifare l’infrastruttura fisica della nostra scuola, gli altri sono per aggiornare la nostra struttura didattica, sono sull’inclusione, sono soprattutto per recuperare quel gap di dispersione scolastica che è inaccettabile. Sono per rendere la scuola non una inseguitrice della società ma una anticipatrice della società”.
Una fetta dei “13 miliardi per le infrastrutture della scuola” verrà a breve assegnata, dopo avere espletato le canoniche procedure di gara: “ne mettiamo a bando per la fine di novembre 5 miliardi, di cui tre miliardi per gli asili nido”, ha sottolineato il ministro.
A loro volta, “i 5 miliardi – ha aggiunto Bianchi – saranno così organizzati: tre miliardi per gli asili e le scuole all’infanzia, ma soprattutto per i nidi perché lì la differenza è più alta; 400 milioni per le mense e 300 milioni per le palestre, perché non si può pensare al tempo pieno senza mense e palestre perchè l’educazione alimentare è una parte fondamentale della nostra educazione”.
“Poi – ha continuato – avremo 800 milioni per scuole innovative, cioè quelle a consumo nuovo. Infine avremo fondi per mettere in sicurezza le nostre scuole ma anche per adeguarle alla nuova didattica dell’inclusione”.
E ancora: “Se in questo disegno del Pnrr non riusciamo a metterci il cuore – ha aggiunto – rimane una cosa da economisti ed io faccio l’economista”, perchè “ogni investimento che facciamo cambia e migliora la nostra struttura sociale”.
Il responsabile del Mi ha anche fatto riferimento alle “scuole innovative: abbiamo fatto un accordo con la Cassa Depositi e Prestiti perchè possa dare servizi in comuni, un accordo che poi remunereremo sulla base dei nostri accordi strutturali. Stiamo facendo un accordo con l’Agenzia per la Coesione che ha assunto altri 200 tecnici per permettere ai comuni di sviluppare ai comuni quella sugli asili e sulla messa in sicurezza delle scuole”.
Bianchi ha quindi tenuto a dire che al Ministero non stanno “soltanto facendo dei bandi: stiamo accompagnando”, cercando di introdurre un modello unico di qualità.
“Abbiamo fatto un bando per la progettazione che coinvolge tutti i migliori architetti di questo Paese perchè questo non deve essere un fatto del singolo comune ma deve essere un grande movimento Paese che ripone la scuola al centro”.
Infine, il ministro dell’Istruzione ha detto che il Pnrr “funziona se la scuola torna al centro delle nostre comunità, se torna ad essere il luogo in cui le famiglie tornano ad aver fiducia nello Stato. Se le scuole tornano ad essere la base in cui costruiamo tutta la piramide istituzionale” e soprattutto “terremo conto di non lasciar soli i nostri sindaci”.
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