Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha preso parte giovedì 1 luglio a «La Milanesiana», ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. Nella sua conversazione con Piergaetano Marchetti, il ministro ha rivelato alcune anticipazioni sulla scuola per il prossimo anno scolastico.
A novembre la Conferenza nazionale della scuola
Piergaetano Marchetti ha chiesto al Ministro se sarebbe utile istituire una sorta di Stati generali della scuola italiana. Ecco la risposta di Bianchi:
“Annuncio, in anteprima, che faremo alla fine di novembre la Conferenza nazionale della scuola. L’ultima venne fatta nel 1990 dall’allora ministro Sergio Mattarella. Dopo questi trent’anni tocca a me convocare questo nuovo momento di chiamata generale a una riflessione sulla scuola. Anch’io sono convinto che sia giunto il momento di farlo”.
E, ancora, continua il ministro:
“La scuola italiana deve tornare a essere una scuola nazionale, in grado di offrire su tutto il territorio la stessa qualità dei servizi, la stessa ampiezza dell’offerta formativa. Dev’essere una scuola degli affetti, una scuola in cui si impara a vivere e lavorare insieme, perché tutta la nuova economia è basata sulla capacità di mettere insieme le persone”.
Dev’essere una scuola in grado di insegnare ai nostri ragazzi la capacità critica dell’uso degli strumenti – aggiunge Patrizio Bianchi – I nostri ragazzi sono diventati loro stessi schiavi del loro telefonino e del loro computer. Noi dobbiamo insegnare loro, anche utilizzando tutta la nostra cultura umanistica, che la capacità critica va coltivata per utilizzare al meglio gli strumenti”.
Infine, conclude: “Il processo è talmente rapido che il cambiamento tecnologico è più rapido del cambiamento educativo. Sembra un paradosso: per entrare in un’epoca così nuova bisogna tornare a una scuola antica, in cui il professore sia l’adulto di riferimento, sia il maestro, sia in grado di far sentire ai ragazzi la bellezza di crescere assieme”.