Un colpo basso non si lesina a nessuno, neanche a un ex ministro dell’Istruzione, per pochi mesi in un dicastero che usciva dalle chiusure imposte dal covid e da altri mille problemi che erano rimasti in stand-by, anche perché si attendeva l’arrivo del Pnrr con tutto ciò che c’era da fare.
Ma non solo. L’anno prima, con Lucia Azzolina, gli esami di stato si erano svolti con modalità blindate, mentre sentita era l’esigenza di dare credibilità a un esame che anno dopo anno, vista la pletora dei promossi, aveva già perduto smalto e interesse.
Che sono fatti di cronaca, mentre non si capisce da dove sia uscito il tema, Tipologia C: riflessione critica intorno a una Lettera aperta al Ministro Bianchi sull’esame di Maturità.
La lettera fu scritta dal cosiddetto “Gruppo di Firenze”, un gruppo di studiosi e intellettuali, sempre pronto a farsi carico dei tanti problemi della scuola, che si rivolgevano al ministro protempore, chiedo il significato di una prova di esame senza lo scritto, pur essendo in periodo pandemico.
Scriveva il Gruppo:” Non si tratta quindi solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno); ma di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti”.
Seguono le firme di fior fiori di intellettuali.
La domanda che invece ora ci facciamo, dopo tanto titolo di tema da svolgere agli esami di stato, è la seguente: che cosa ci azzecca quella lettera aperta scritta da illustri intellettuali a Bianchi con gli esami di stato?
Quanti dei ragazzi infatti conoscono il Gruppo di Firenze e tutta quella sfilza di intellettuali che al tempo firmarono la lettera aperta? E perché chiedere una riflessione ai maturandi su un argomento tecnico e isolato in un momento particolare? E soprattutto, chi conosce l’ex ministro Patrizio Bianchi tra i maturandi di stamattina?
La sensazione che si ha, è quella che si è voluto dare un colpo mancino a quel governo e a quel ministro di sinistra, secondo la vulgata messa in campo da qualche mese, per cui tutto ciò che viene da sinistra è cattivo, “68 compreso, in contrapposizione alla nobiltà di questa destra che però, per distinguersi, regala bombette del tutto inattese, ricordando ai ragazzi e ai prof che quel tal ministro di sinistra di un governo di sinistra (ma Draghi era di sinistra?) non era in grado di amministrare la scuola.
Bianchi, secondo molte agenzie, si sarebbe “arrabbiato”: e ha ragione