Guai a chi tocca i libri e la libertà di pensiero, perché “l’istruzione è la sola chiave possibile per affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte a noi e trasformare le società rendendole più inclusive e sostenibili”. A dirlo è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenendo lunedì 19 settembre durante il Transforming Education Summit, il vertice sull’Istruzione in corso alle Nazioni Unite, convocato dal segretario generale Antonio Guterres all’apertura dell’Assemblea Generale ONU.
Durante il suo intervento nel corso della sessione ‘Transforming Education to transform the world: Empowering global citizens through education for a sustainable future’, il ministro Bianchi ha ricordato l’impegno del nostro Paese in questa direzione, con l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, il Piano per la transizione ecologica e culturale delle scuole “RiGenerazione Scuola”, ma soprattutto la trasformazione del sistema di istruzione italiano che il Governo sta realizzando quest’anno attraverso i massicci investimenti e le riforme del PNRR, con Istruzione, Università e Ricerca a ricevere una fetta consistente di miliardi.
Bianchi ha quindi tenuto a dire ai giornalisti che l’Europa “ci ha dato soldi per investimenti e ha un controllo millimetrico_ chi verrà non credo potrà assumersi la responsabilità di bloccare il Pnnr”.
“Le riforme sono fatte, gli investimenti li abbiamo assegnati”, ha aggiunto, ricordando che gli interventi sulle scuole quest’anno sono stati senza precedenti con 10 miliardi di euro per la parte infrastrutturale.
Mentre 4,9 miliardi sono su asili nido e scuole dell’infanzia: “I nidi sono fondamentali perchè abbiamo un problema grave, dal 2020-2021 al 2022-2023 abbiamo perso quasi 300 mila bambini nelle nostre scuole, dal 2021 al 2031 ne perderemo 1,4 milioni”.
Il responsabile dell’Istruzione ha detto poi che “una società più giusta, che metta al centro della sua azione il contrasto alle attuali disuguaglianze globali, alle crescenti discriminazioni di genere, al cambiamento climatico, si costruisce grazie a cittadine e cittadini consapevoli dei propri diritti – ha sottolineato il ministro -. È l’istruzione la strada per trasformare ragazze e ragazzi in agenti del cambiamento necessario. Soltanto un cambiamento reale e globale dei sistemi educativi, che permetta a tutte le bambine e a tutti i bambini l’accesso al diritto all’istruzione, può guidarci ad affrontare le sfide del clima e della crescita sostenibile”.
“L’Italia – ha aggiunto Bianchi dopo il suo intervento – ha un ruolo molto importante con molte esperienze di inclusione che ci vengono riconosciute. La nostra scuola è aperta, inclusiva e affettuosa, siamo stati capaci di innovare il nostro sistema scolastico e in questi 18 mesi abbiamo fatto un lavoro straordinario”, riferendosi alla risposta positiva delle scuole alla pandemia. Ma anche rispetto al conflitto in atto in Europa. “Faccio notare che abbiamo accolto 40 mila ucraini e non abbiamo ricevuto una lamentela“, a dichiarato il numero uno del dicastero dell’Istruzione a margine dell’evento.
“All’interno dei paesi – ha continuato – c’è una divaricazione tra élite sempre più ricche e masse sempre più impoverite. L’aumento della divaricazione è la vera polveriera che abbiamo davanti a noi”.
Ad una domanda sul bando di alcuni libri negli Stati Uniti e se c’è il rischio che ciò possa avvenire in Italia, ha risposto: “l’idea che qualcuno faccia un falò di libri non è solo devastante, ma richiama fantasmi a cui non vogliono nemmeno pensare. Sarebbe un fatto enormemente negativo. I libri sono ancora più validi quando contengono affermazioni che possono mettere in difficoltà il senso comune, credo sia importante che la scuola insegni ad usare i libri”.
Le parole di Bianchi si riferiscono anche al Banned Books Week, l’evento che si svolge fino al 24 settembre per promuovere l’importanza dei libri e della lettura, l’American Library Association che ha pubblicato un rapporto sui testi censurati quest’anno negli Stati Uniti.
La ricerca, riporta il New York Times, mostra come rispetto a 40 anni fa, quando l’associazione ha lanciato per la prima volta l’evento, i tentativi di censura sono cresciuti con oltre 1.651 titoli presi di mira nel 2022, in aumento rispetto ai 1.597 del 2021, l’anno con il maggior numero di libri colpiti. Gli sforzi per vietare i libri, rileva il rapporto, sono diventati inoltre molto più organizzati, divisivi e al vetriolo negli ultimi due anni.
Ultimo caso, ad agosto, in Texas, dove il Keller Independent School District ha deciso di esaminare 41 libri tra i quali la Bibbia e una versione illustrata del ‘Diario di Anna Frank’.
In passato sono stati messi in discussione nella stessa scuola soprattutto libri dedicati ai temi Lgbtq+ come ‘All Boys Aren’t Blue’ di George M. Johnson e ‘Gender Queer’ di Maia Kobabe.
Anche il romanzo della scrittrice premio Nobel Toni Morrison ‘The Bluest Eye’, scrive l’Ansa, era stato contestato ma alla fine ha superato la selezione. Secondo PEN America, la principale organizzazione Usa per la promozione della letteratura e la difesa della libertà di espressione, il Texas è lo stato che ha censurato il maggior numero libri (713), seguito da Pennsylvania e Florida. Qui lo scorso aprile il governatore ultraconservatore Ron DeSantis ha messo al bando oltre 50 libri di matematica per i loro contenuti “politici”.
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