“Faremo ad aprile la Conferenza nazionale della Scuola, l’ultima è stata fatta da Sergio Mattarella”. Ad assicurarlo, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi agli Stati generali dell’Istruzione di Arezzo.
Sulle prossime riforme scolastiche il Ministro dichiara: “Questa fase di discussione è anche battagliata, ma è giusto, ci si confronta per ascoltare anche posizioni contrapposte. L’importante è avere chiaro l’obiettivo – osserva – e il nostro obiettivo è fare prendere al Paese un cammino di sviluppo. Erano anni, da prima della pandemia, che vi era dispersione scolastica. La pandemia ha solo messo a nudo certe criticità. La dispersione scolastica, in alcune parti del Paese era sotto a 1, in altre era 2, e in alcune realtà del Sud arrivava a 3. La pandemia ha esasperato tutto questo. Una volta scomparsa la pandemia, tutto torna come prima? No, non può più tornare tutto come prima”.
“Se non c’è crescita non c’è possibilità di generare lavoro, e il lavoro è il perno del nostro futuro. Il lavoro non si crea per decreto legge. Il lavoro si crea se si rigenera nel Paese una condizione generale di crescita, una capacità di trovare una via di sviluppo. Ecco perché abbiamo bisogno di percorsi di formazione che siano centrati sulla scuola. Ma dobbiamo trovare percorsi di formazione adeguati agli obiettivi che abbiamo”.
“C’è un dato rilevante: quando si parla di scuola, significa affrontare anche i problemi interni”.
E pone sotto i riflettori alcuni interventi di cui appare fiero: “Quest’anno abbiamo fatto concorsi straordinari; abbiamo anticipato di un mese l’entrata in ruolo, con oltre 63mila assunzioni in ruolo; e adesso stiamo cominciando un concorso ordinario per il quale abbiamo ricevuto oltre 600mila domande. Si comincerà con infanzia e primaria, gli scritti prima di Natale“. Una tempistica che quei 600mila di cui parla il Ministro aspettano da più di un anno.
E sulla manovra di bilancio, in tema di reclutamento degli insegnanti, spiega: “È stato fatto un fondo specificamente destinato alla valorizzazione della professione docente”, che contempla “la formazione iniziale e per quella continua”.
“Ma è chiaro che chi voglia fare il docente dovrà essere accompagnato nel suo percorso verso le competenze,” chiarisce. E sintetizza il percorso di reclutamento dei docenti: “Servirà quindi un periodo di formazione iniziale, poi un concorso e un periodo di formazione sul campo”.
Sul dimensionamento il Ministro fa delle osservazioni già più volte espresse: “Io comprendo che abbiamo un problema di classi numerose ma non dimentichiamo che dall’altro lato abbiamo classi sottodimensionate. La riforma che dobbiamo portare a casa deve permetterci anche di riqualificare la scuola che già abbiamo, con un tempo pieno maggiore ma diverso rispetto a quello di oggi”.
Sulla scuola d’estate il Ministro si scalda, ribadendo che la scuola non si è mai fermata, non ha mai chiuso. E riferisce di “oltre 35mila progetti realizzati per il piacere di ritrovarsi, che hanno prodotto più di 1milione di ore di scuola in presenza recuperate. Io ho visto insegnanti e dirigenti che ci hanno messo l’anima. Attenzione a sputare sulle nostre istituzioni! Siamo un Paese in grado di riprendersi e di essere guida dei nostri ragazzi”.
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