La scuola italiana va rilanciata facendo un grande patto tra tutte le forze che vogliono questo cambiamento e non facendo improbabili confronti con il sistema tedesco o francese. A dirlo è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
Intervenuto all’evento della Fillea Cgil “Formare per il Green Building”, il titolare del MI ha detto che “è insopportabile il continuo confronto col sistema tedesco, non ne posso più di questo confronto: dobbiamo proporre un nostro percorso in Europa. Ci vuole orgoglio, non riproporre in seconda mano il modello tedesco o quello francese, ma avere la forza di ridisegnare il proprio sistema educativo”.
Secondo Bianchi “bisogna innanzitutto puntare alla centralità della scuola per un paese che deve cambiare e innovarsi. Serve una grande visione di sistema che si fa con un grande patto per l’ambiente e il lavoro”.
Un patto che dovrebbe coinvolgere, aggiungiamo noi, anche il ministero dell’Economia: l’investimento per la scuola rispetto al Pil è infatti tra i più bassi dell’Unione europea.
Inoltre, se il modello tedesco viene spesso citato dai nostri addetti ai lavori è anche per via degli stipendi, decisamente più corposi di quelli dei nostri insegnanti e Ata.
Il ministro ha quindi fatto un’ammissione sulle tante responsabilità che hanno portato alle difficoltà del sistema scolastico italiano. “Stiamo provando a uscire dalla crisi pandemica ma la crisi ha una origine lontana: il paese ha vissuto per anni una condizione di stagnazione strisciante, in cui molte imprese non trovano competenze adeguate e al tempo stesso molti giovani non trovano lavoro”.
Per questi motivi, ha continuato, occorre “uscire dalla crisi e disegnare un paese in grado di crescere facendo appello alle persone”.
Grazie al Recovery fund, ha sottolineato Bianchi, “stiamo iniettando grande liquidità come mai prima ma il rischio è che le potenzialità non trovino le competenze adeguate per sostenere il cambiamento. Investire in formazione è condizione necessaria per trasformare questa potenzialità in effettiva trasformazione. Il Piano di rilancio e resilienza, significa il trasformarsi senza frantumarsi”. Ecco perché serve il patto trasversale.
In conclusione, per Bianchi “investire in educazione, in istruzione, formazione, diventa la condizione necessaria per trasformare questa potenzialità messa a disposizione dall’Europa in una effettiva occasione di trasformazione del Paese”.
A livello scolastico, quindi, sarà fondamentale alzare le competenze, ridurre gli abbandoni, puntare sulle specializzazioni. Ad iniziare dagli Its: “devono essere – ha sottolineato il ministro – la chiave di volta con cui ripensiamo tutto il nostro sistema educativo, il sistema deve essere un sistema di continuità nei contenuti e nei metodi”.
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