Anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi prende le distanze dall’eccesso di nozionismo, lo stesso che in questi giorni sta caratterizzando le domande risposte multiple del concorso ordinario per diventare insegnanti nella scuola secondaria con pochissimi candidati ammessi all’orale.
Durante il convegno “Educare alla pace per ripudiare la guerra“, promosso dall’Unione cattolica insegnanti e dirigenti, Bianchi ha detto che “a volte ho il sospetto che ai ragazzi diamo troppe nozioni, troppe informazioni; abbiamo bisogno di una scuola che insegni a riflettere, a pensare insieme”.
Inoltre, secondo il ministro dell’Istruzione quella che stiamo vivendo è “una fase difficile: i tempi della scuola sono lenti, i tempi del cambiamento che abbiamo di fronte sono rapidissimi. A volte pensiamo che la tecnologia possa sostituirsi al docente ma non è vero, le tecnologie vanno riportate al loro valore originario”.
Il numero uno del dicastero dell’Istruzione si è poi soffermato sui giovani profughi arrivati dalla guerra in corso in Europa: a varcare i confini italiani sono evidentemente più dei 200 al giorno indicati nei giorni scorsi dallo stesso Ministro, per gestire i quali lo stesso ministero di Viale Trastevere ha fornito consigli e indicazioni.
“Nei pensieri di tutti noi – ha detto – vi è l’Ucraina ma il mondo negli ultimi 75 anni è stato in guerra, in Afghanistan e al di là dell’Adriatico: oggi la guerra si presenta con i volti dei bambini che arrivano: 10.064 sono inseriti nelle nostre scuole di cui 1.000-1.500 nelle scuole paritarie, ancora una volta mostrando la unitarietà del sistema educativo nazionale”.
Secondo Bianchi “siamo messi a dura prova dall’arrivo dei bambini che parlano un’altra lingua ma hanno lo stesso bisogno di pace che possiamo dire in qualsiasi lingua del mondo”.
“Bisogna fare uno straordinario sforzo – ha continuato – per permettere ai giovani di coltivare delle speranze in un futuro che deve essere diverso. Tutto questo riporta al concetto di pace, alla cultura della solidarietà e dell’accoglienza: ne parla l’articolo 2 della nostra Costituzione legando la tutela dei diritti della persona col dovere inderogabile della solidarietà”, un valore costitutivo “della nostra Repubblica”.
“L’idea di una scuola di pace, di una cultura di pace, sono elementi fondanti la nostra vita collettiva; la pace – ha concluso il ministro – è elemento fondante della democrazia”.
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