“I Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento non sono avviamento al lavoro ma orientamento alla vita”: a puntualizzarlo è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, durante l’evento “Pandemia e generatività. Bambini e adolescenti ai tempi del Covid”.
Sempre parlando delle esperienze in azienda, il titolare del Mi ha detto che “quando mi domanderanno di parlare ai ragazzi dirò che lavoriamo per accompagnarli a conoscere il contesto in cui operano. E questo deve avvenire nel massimo della sicurezza”.
“Siamo lavorando – ha aggiunto – per una politica di orientamento che permetta ai ragazzi in piena sicurezza di affrontare esperienze che guardano fuori: la scuola non vuole essere al servizio di nessuno se non del paese ma non deve essere lasciata sola”.
Secondo il ministro Bianchi, però, non bisogna “confondere la scuola con la formazione professionale” gestita dagli Enti Locali, soprattutto dalle Regioni: era quella frequentata dai due giovani – Giuseppe Lenoci, di Monte Urano, nel Fermano, e il friulano Lorenzo Parelli – che hanno perso la vita mentre svolgevano uno stage formativo per imparare a svolgere la professione.
Il responsabile del dicastero dell’Istruzione ha tenuto a ricordare che “nel 2015 venne introdotta l’Alternanza scuola lavoro ma venne letta con gli occhi rivolti al passato, alla vecchia industria, e nel 2018 venne trasformata nei Percorsi per le competenze trasversali dove viene previsto l’orientamento: nella formazione professionale è previsto l’avviamento al lavoro, ma i Pcto non sono avviamento al lavoro ma orientamento alla vita“.
Bianchi ha quindi detto che “abbiamo in Italia un livello di morti sul lavoro inaccettabile: se parliamo di scuola questo sia il luogo per aprire una finestra su tutto il nostro sistema. La scuola però non deve essere lasciata sola; non si potrà uscire da questa fase senza la costruzione di forti valori comuni che io trovo nella Costituzione”.
La scuola non può, sempre secondo il ministro dell’Istruzione, abbandonare i ragazzi al loro destino.
“Già prima della pandemia – ha detto ancora Bianchi – eravamo in una fase di forte trasformazione, muta infatti il rapporto tra struttura produttiva e contesto sociale e la scuola deve cogliere la capacità di accompagnare i ragazzi verso l’orientamento, non solo verso lo studio ma anche verso la vita: questa funzione di orientamento diventa sempre importante”.
Bianchi infine detto che questa funzione non dipende solo dal dicastero dell’Istruzione.
“Con il ministro del Lavoro Andrea Orlando e le Regioni, ascoltando gli studenti, stiamo lavorando su tutto questo – ha sottolineato -. Alle elezioni per le Consulte studentesche hanno partecipato un milione e 700 mila ragazzi, con loro stiamo lavorando per ragionare sulla possibilità di avere un processo di orientamento che sia in grado di cogliere le trasformazioni e accompagnare i ragazzi nelle loro scelte”.
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