Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi torna a puntare il dito sulla scuola media italiana e sull’esigenza di riformularla: fa intendere, quindi, di stare a lavorare su un disegno di legge, che potrebbe a breve arrivare già in Parlamento.
Intervenuto giovedì 3 marzo, in audizione, davanti alla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza del Senato, il titolare del dicastero dell’Istruzione è tornato su un tema già affrontato in passato.
“La scuola secondaria – ha detto il ministro – ha bisogno di essere ripensata, in particolare la scuola Media: su questo stiamo lavorando e su questo chiederemo l’aiuto delle Camere”.
Giusto un anno fa, nel marzo del 2021, sempre il ministro Patrizio Bianchi aveva definito la scuola Media come “l’anello debole” del sistema scolastico italiano: non è ancorata alla primaria e non è in continuità con gli istituti superiori, aveva spiegato il numero uno del ministero di Viale Trastevere.
In nessuna occasione, però, il ministro dell’Istruzione è entrato nel merito della riforma da adottare: se, ad esempio, si prevede un mutamento del quadro orario settimanale, con nuove discipline al posto di altre.
Lo scorso autunno, ancora il ministro dell’Istruzione aveva detto che “serve una riflessione sulla didattica e sulle didattiche, sulla valutazione e sulle valutazioni”.
“Dobbiamo capire come facciamo a estendere le buone pratiche educative – il riferimento è ai successi riscontrati sulla scuola primaria da quanto emerge dai dati Invalsi – nella parte più delicata del nostro sistema scolastico, la scuola media, profondamente fordista, frammentata, gerarchizzata: è chiaro che dobbiamo mettere attenzione a questo sistema formativo nazionale“.
All’inizio di questa settimana, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’aula intitolata alla memoria di Sergio Secci, lo studente di 24 anni laureato al Dams morto nella strage alla stazione di Bologna del 1980, Bianchi ha detto che “ci stiamo impegnando, non voglio dire riforma della scuola perché porta male in questo Paese, ma in un ripensamento della scuola che deve permettere ai nostri ragazzi di vivere senza paura l’incertezza”.
Il titolare del dicastero bianco ha aggiunto, riferendosi alle trasformazioni tecnologiche e generali degli ultimi anni, “nessuno saprà cosa succederà però dobbiamo permettere ai nostri ragazzi di vivere la trasformazione senza paura. Noi abbiamo dei cicli tecnologici, dei cicli storici, dei cicli politici che ormai sono molto più veloci del tempo in cui si svolge una attività educativa”.
E ancora: “Cosa farai da grande? Uno dice: farò la persona di questa Repubblica che parteciperà al cambiamento della Repubblica. Perché è chiaro che la trasformazione sarà talmente rapida che non riesce a codificare oggi quello che sarà. E allora bisogna creare persone solide. E quindi torna la necessità di avere cultura”, ha concluso il ministro.
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