Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a Radio24 è stato abbastanza chiaro dopo l’incontro che ha avuto ieri con le Consulte provinciale degli studenti. Spiega infatti: sull’esame di Maturità, nell’incontro di ieri con le Consulte studentesche “non siamo giunti a una conclusione, ma non era un negoziato, era un momento di ascolto“. Gli studenti “hanno esposto il loro punto di vista, io ho affermato la logica che ha portato il governo a questo rientro alla normalità: ci siamo confrontati”.
“Io ho ribadito la necessità che i ragazzi non devono avere paura: le Commissioni saranno interne, con un presidente esterno per garantire uniformità su base nazionale, quindi le classi sanno perfettamente come e cosa si è insegnato in questo periodo. Mi hanno riconosciuto tutti poi la battaglia di riportare la scuola in presenza a settembre e a gennaio”.
“Sto riflettendo sulle mie responsabilità sul dare più peso al percorso di questi tre anni: è stata una richiesta avanzata in maniera molto ponderata e in maniera altrettanto ponderata ci sto ragionando. È stato un momento di riflessione reciproca molto maturo: anche nelle loro parole c’è stato un giudizio positivo sull’incontro di ieri”.
Le Consulte studentesche, ha aggiunto il Ministro, “non sono una parte del mondo studentesco. Il 71% degli studenti ha votato per le Consulte, non è una scheggia: sono le rappresentanze del mondo studentesco. Ho incontrato ragazzi che rappresentano le Consulte di tutta Italia”.
“Abbiamo ragionato e ci siamo confrontati su una quantità enorme di temi: ridurre il malessere” solo alla Maturità e alla scuola-lavoro “è banalizzante. Il tema fondamentale è come affrontare questo malessere, che a volte si trasforma in paura: bisogna stare vicini ai ragazzi”.
Non bisogna mischiare tutto tra chi protesta, ha sintetizzato Bianchi: “In un momento così complesso la cosa più pericolosa è non ascoltare le voci dei ragazzi. Sto seguendo con attenzione le occupazioni, soprattutto quelle di Milano, e bisogna stare molto attenti. Parlano di edifici cadenti: abbiamo ereditato una situazione in cui è necessario intervenire non rappezzando, ma riprendendo il nostro patrimonio di scuole come un istituto fondante il Paese, rimettendolo in sicurezza con le risorse del Pnrr. Ma i ragazzi domandano molto di più, una scuola nuova, più partecipata, professori che appassionino. Il mio invito è ascoltare i ragazzi senza fare semplicemente un sacco unico in cui dentro mettiamo di tutto. Ci sono situazioni diverse che vanno seguite con la massima attenzione, come stiamo facendo”.
“I ragazzi vogliono una scuola che torni a essere un luogo di esperienza, non solo con più laboratori, o in cui vi sia più didattica partecipata, ma più didattica che sia anche fonte di esperienza collettiva. I ragazzi dicono ‘stiamo male’, mi domandano gli psicologi, più attenzione a una Educazione civica più partecipata, tematiche coerenti con la situazione di oggi, attenzione all’Educazione ambientale. Il fatto di avere un tavolo continuo con le Consulte è importante: non è un rito, sono le rappresentanze”.
E a proposito dell’Alternanza scuola-lavoro, ha specificato: “l’alternanza scuola-lavoro di dieci anni fa è superata. Dobbiamo tornare alla capacità di una scuola che integra anche a esperienze esterne e fare tutto in pienissima sicurezza. Faremo un tavolo insieme con i ragazzi: stiamo facendo nel Pnrr una riforma dell’orientamento scolastico che garantisca la sicurezza totale”.
E sulle vaccinazioni: “la sicurezza viene dalla vaccinazione. Richiamiamo le famiglie ad una responsabilità collettiva, alla quale non si possono sottrarre».