Intervenuto nel corso della presentazione del Piano di transizione ecologica della scuola, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha concluso l’evento parlando del periodo appena trascorso dalla scuola riferendosi soprattutto ai giovani:
“E’ stato indubbiamente un momento di grande tristezza collettiva. Questo lungo inverno della pandemia è stato un periodo di investimento, soprattutto di noi stessi. Dobbiamo riflettere molto, per molti anni abbiamo peccato di arroganza. Abbiamo pensato di costruire materiali indistruttibili come l’eternit. Siamo qui perchè siamo rigeneratori di altre vite. Non appena vedremo la luce oltre il buio dobbiamo pensare che la scuola italiana non è mai stata chiusa. La nostra porta è stata sempre aperta”.
“Abbiamo imparato a usare degli strumenti che forse non controllavamo. I nostri ragazzi hanno imparato che gli strumenti sono strumenti e la bellezza del ritrovarsi, è quello che vogliono. La metafora di un Paese che si era perduto. E poi l’entusiasmo, il Paese si può rilanciare con tante risorse ma senza l’entusiasmo collettivo non si riparte. L’opportunità del ricominciare, guardarci indietro prima della pandemia. Dire che abbiamo necessità degli altri, un Paese che si ritrova e ritrova la scuola come battito della comunità. Le mutazioni antropologiche si fanno nel caos o ritrovando i grandi valori. Il dovere della solidarietà pensando a un pianeta in cui siamo tutti responsabili. Dico ai ragazzi di dimostrare di essere orgogliosi del nostro Paese”.
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