“La riforma delinea un percorso chiaro per chi vuole diventare insegnante nelle scuole secondarie dopo anni in cui le regole sono cambiate più volte. Puntiamo sulla formazione iniziale, con i 60 crediti universitari aggiuntivi rispetto alla laurea magistrale necessari per ottenere l’abilitazione e poi il concorso, richiesto da una norma costituzionale. Aumentiamo il focus sulle competenze specifiche, come quelle pedagogiche, la didattica delle singole discipline e mettiamo una grande attenzione al tirocinio diretto guidato da tutor che vengono dalla scuola. Potenziamo la formazione continua dei nostri insegnanti sul digitale, sulle materie scientifiche e sulla progettazione e innovazione didattica, per accompagnare e orientare i nostri ragazzi e le nostre ragazze nel loro percorso di studio e di vita e affrontare così anche il tema della dispersione. Con la riforma nascerà la Scuola di alta formazione per dare linee guida, per una formazione continua che possa arricchire la professionalità del corpo docente. E poi avremo finalmente concorsi annuali, a garanzia di una maggiore continuità. Entro il 2024 assumeremo 70mila docenti”.
Così il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, nel corso di una intervista al Messaggero, che chiede ancora spiegazioni intorno agli errori evidenziati durante l’ultimo “quizzone”.
“Il decreto approvato prevede in realtà dei cambiamenti anche per le prove dei concorsi. Istituiamo fin da subito una commissione di alto livello scientifico che studierà linee guida sulla redazione dei test e accerterà le modalità di prove che possano verificare le competenze. Il nostro obiettivo è avere concorsi annuali che siano oggettivi e trasparenti”.
E poi prosegue sulla possibilità di tenere aperte le scuole anche durante le vacanze: “Il piano estate è stato un grande successo lo scorso anno. È stata l’occasione per recuperare gli apprendimenti, certamente, ma soprattutto la socialità. Sono felice di poter dire che lo realizzeremo anche quest’anno. Ci saranno circa 300 milioni di risorse a disposizione. Dedicheremo un’attenzione particolare anche all’accoglienza dei bambini ucraini nelle nostre scuole, che sono già più di 16mila. E renderemo questa esperienza strutturale”.
“Entro il 2022 realizzeremo le riforme previste dal nostro Pnrr, mentre dal punto di vista delle infrastrutture l’obiettivo è il 2026. Sull’edilizia abbiamo messo in campo quasi la totalità delle risorse: 4,6 miliardi per gli asili nido e le scuole dell’infanzia, 400 milioni per le mense, 300 milioni per le palestre, 800 milioni per la costruzione di 195 scuole nuove e i finanziamenti per la messa in sicurezza degli edifici esistenti. C’è stata una grande risposta da parte dei territori e in molti casi con i nostri bandi siamo andati oltre l’obiettivo nazionale del 40% di risorse al Mezzogiorno, con punte che superano il 50%. Già da quest’anno cominciamo a investire sulle azioni per superare i divari territoriali, sul rafforzamento dello studio delle STEM, su nuovi laboratori, garantendo un’offerta formativa più ampia e più coerente con il presente”.
Fiducia del ministro nel trovare da parte delle scuole le giuste “forme di comunicazione con le famiglie e con i ragazzi. Credo che più che mettere limiti alle chat serva dialogo, coinvolgimento e partecipazione delle famiglie nella vita delle comunità scolastiche. E la tecnologia non può essere esclusa da questo processo. Con i giusti modi e i giusti linguaggi”.
Mentre sull’eccesso dei compiti a casa, specifica di non credere “che sia così ovunque, in ogni classe. Sono temi da discutere nei singoli istituti sulla base della programmazione didattica. Spero tuttavia che si sia dato molto spazio alla lettura. Le vacanze sono sempre un momento prezioso per leggere e viaggiare attraverso i libri”.
Sulle polemiche invece relative sull’opportunità di cantare “Bella ciao” a scuola per il 25 aprile, Bianchi precisa che è “fondamentale ricordare la festa della Liberazione, così come dobbiamo sempre mantenere vivo l’insegnamento e i valori della nostra Costituzione. Bella ciao è una canzone che appartiene alla nostra storia democratica. E per questo i nostri ragazzi sono liberi di cantarla”.
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